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Ecco un interessante articolo sui fattori di rischio tratto da www.farmacoecura.it
Nonostante gli studi abbiano mostrato che la probabilità di essere colpiti dal cancro al seno si aggira intorno al 13%, questa probabilità può aumentare o diminuire da un individuo a un altro: il rischio individuale è influenzato da molti fattori diversi, come la storia della famiglia, la storia riproduttiva , lo stile di vita, l’ambiente in cui si vive e tanti altri fattori.
Nessuno conosce quali siano le cause esatte del cancro al seno, spesso i dottori non riescono a spiegarsi il motivo per il quale una donna sviluppa il cancro al sano ed un’altra no. Ciò che si sa è che una collisione, un livido, un colpo al seno non determinano il cancro. Inoltre il tumore al seno non è contagioso, per cui non si può trasmettere da una persona ad un’altra.
La ricerca ha dimostrato che le donne che presentano determinati fattori di rischio hanno una maggiore probabilità di sviluppare il cancro al seno, la presenza di un fattore di rischio sicuramente aumenta la possibilità di contrarre la malattia. Studi scientifici hanno evidenziato i seguenti fattori di rischio per il cancro al seno:
Età: la probabilità di sviluppare il cancro al seno aumenta con l’invecchiamento della donna. Nella maggior parte dei casi il tumore al seno si manifesta nelle donne di età superiore ai 60 anni. Questa malattia infatti non è così comune prima della menopausa.
Pregressa esperienza di cancro al seno: una donna che ha già sviluppato la malattia in passato ha maggiori probabilità di sviluppare il cancro nell’altro seno.
Storia familiare: per una donna il rischio di sviluppare il cancro al seno è maggiore se la madre, la sorella o la figlia ne sono già state colpite. Inoltre il rischio aumenta se il soggetto ha avuto il cancro prima dei 40 anni di età. Avere altri parenti col cancro al seno (sia materni che paterni) può allo stesso modo aumentare il rischio per una donna.
Cambiamenti al seno: in alcune donne le cellule della mammella possono apparire anomale al microscopio. La presenza di determinate cellule anomale (iperplasia atipica e carcinoma lobulare in situ) aumenta il rischio di cancro al seno.
Variazioni del gene: i cambiamenti di alcuni geni presenti nel DNA aumentano il rischio di cancro al seno. Tra questi geni rientrano il BRCA1, il BRCA2 ed altri.
Storia mestruale e riproduttiva: le donne che non hanno figli o che hanno avuto il loro primo figlio dopo i 30 anni hanno un rischio leggermente più elevato di sviluppare il cancro al seno. Sostenere molte gravidanze ed essere incinte in giovane età riduce il rischio di cancro al seno. La gravidanza riduce lungo tutto l’arco della vita di una donna il numero totale di cicli mestruali, che possono essere la ragione di quest’effetto. Quindi: quanto più adulta è una donna alla sua prima gravidanza, maggiore sarà il rischio di cancro al seno, le donne che hanno avuto la loro prima mestruazione prima dei 12 anni corrono un rischio maggiore di cancro al seno, le donne che vanno in menopausa dopo i 55 anni corrono un rischio maggiore di cancro al seno, le donne che non hanno mai avuto figli corrono un maggior rischio di cancro al seno.
Razza: il carcinoma alla mammella è diagnosticato più spesso nelle donne bianche piuttosto che in quelle latine, asiatiche o afro-americane.
Radioterapia al torace: le donne che hanno fatto la radioterapia al torace (compreso il seno) corrono un rischio maggiore di cancro al seno.
Densità del seno: il tessuto del seno può essere denso o adiposo. Le donne anziane le cui mammografie (raggi x al seno) mostrano un tessuto prevalentemente denso, sono maggiormente esposte al rischi di cancro al seno.
DES (dietilstilbestrolo): Il DES è stato somministrato ad alcune donne incinte negli Stati Uniti tra il 1940 ed il 1971 (oggi non è più somministrato alle donne in gravidanza). Le donne che assumono il DES durante la gravidanza possono essere maggiormente esposte al rischio di sviluppare il cancro al seno. I possibili effetti sulle figlie sono ancora in fase di studio.
Essere in sovrappeso o obesi dopo la menopausa: la possibilità di avere il cancro al seno dopo la menopausa è più elevata nelle donne che sono in sovrappeso o obese.
Alcoolici: studi scientifici suggeriscono che più una donna assume sostanze alcooliche, maggiore sarà il rischio di cancro al seno.
Mancato allattamento al seno: alcuni studi suggeriscono che l’allattamento al seno può leggermente ridurre la possibilità di cancro alla mammella, specialmente se è continuato per un periodo variabile da un anno e mezzo a due anni. Questo però non è un aspetto facile da studiare, specie in paesi come gli Stati Uniti, dove l’allattamento al seno per un periodo di tempo così prolungato non è affatto comune. Questo effetto si può spiegare con il fatto che l’allattamento al seno riduce il numero totale di cicli mestruali durante il corso della vita di una donna (come se cominciasse il periodo mestruale in età avanzata o andasse precocemente in menopausa).
Recente uso orale di contraccettivi: Gli studi hanno mostrato che le donne che usano contraccettivi orali (pillole anticoncezionale) hanno un rischio maggiore di sviluppare il cancro al seno rispetto alle donne che non ne hanno mai fatto uso. Questo rischio sembra però diminuire sino a ritornare alla normalità una volta che l’assunzione delle pillole viene stoppata. Sembra che le donne che hanno smesso di usare contraccettivi orali da più di 10 anni non riscontrino alcun aumento del rischio di cancro al seno.
Mancanza di attività fisica: è sempre più evidente che l’attività fisica riduce il rischio di cancro al seno. La questione principale è capire di quanto esercizio fisico si ha bisogno. In base ad uno studio del Women’s Health Initiative (WHI), bastano da 1,25 sino a 2,5 ore a settimana di marcia rapida per ridurre il rischio di una donna del 18%. Camminare 10 ore a settimana riduce un po’ di più questo rischio. Per ridurre il rischio di cancro al seno, l’American Cancer Society raccomanda dai 45 ai 60 minuti di attività fisica per 5 o più giorni alla settimana.
Seguire una terapia ormonale sostitutiva post-menopausa: la terapia ormonale post-menopausa (TOS), nota anche come terapia ormonale sostitutiva, è stata usata per molti anni per contribuire ad alleviare i sintomi della menopausa e per aiutare a prevenire l’osteoporosi (assottigliamento delle ossa). Studi precedenti hanno suggerito che potrebbe avere anche altri benefici alla salute, mentre studi più recenti e meglio progettati hanno escluso questa possibilità.
Molti fattori di rischio si possono evitare, mentre altri, al contrario non possono essere evitati. Le donne possono comunque proteggersi cercando di limitare i fattori noti di rischio per quanto possibile.
Se pensate di poter essere esposte al rischio di contrarre il cancro al seno fareste bene a parlarne con il vostro medico, così che egli possa suggerirvi alcuni modi per ridurre tale rischio e possa pianificare un programma per i controlli.
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