Oltre il nastro rosa: narrazioni e azioni differenti sul cancro al seno

Afrodite K è nota ai più per il suo impegno civile rispetto alla tutela dei lavoratori autonomi colpiti da malattia grave o prolungata. Per 5 anni mi sono, infatti, spesa moltissimo per questa causa (vedi tutte le azioni) ottenendo una, almeno parziale, modifica della legislazione in merito.
Ma Afrodite K non si esaurisce qui ed è molto altro ancora...

Subito dopo la diagnosi di cancro al seno nell'estate del 2013 mi trovai amorevolmente accolta all'interno di un vero e proprio paradigma monolitico e imperante destinato a tutte coloro a cui viene diagnosticata questa malattia. Un mondo dove tutto era già prestabilito, ordinato e rassicurante. Tutti (amici, medici, altre ammalate, associazioni di malate, media) mi dicevano, direttamente o in modi molto sottili, cosa dovevo pensare, cosa dovevo provare, che bisogni prioritari avevo, quali erano i miei desideri e quali le soluzioni per soddisfarli. 
Decisamente facile e comodo aderire a questo bel pacchetto tutto rosa e già pronto. Comodo soprattutto in un momento di grande fragilità, in un momento dove dovevo occuparmi di un sacco di cose pratiche tra interventi, esami e controlli, pratiche per la tutela lavorativa e affetti.
E all'inizio anche io, che non mancavo certo nè di autoconsapevolezza, nè di pensiero critico, ho aderito senza farmi troppe domande.
È durato poco però....nell'arco di 1 anno la mia visione sul cancro al seno e soprattutto su ciò che rappresentava per me e me soltanto, è radicalmente cambiata.

Devo questo mio cambiamento certamente alla mia genetica curiosità, alla mia continua voglia di scavare e approfondire non fermandomi alla superficie delle cose.

Ma un ringraziamento profondo va anche alle incredibili donne che ho incontrato lungo il mio viaggio che mi facevano sentire sempre meno sola, sempre meno strana e diversa. Perchè, ebbene sì, uno degli effetti dell'attuale narrazione del cancro al seno è proprio questo. Se non aderisci al paradigma dominante, diventi immediatamente strana, hai qualcosa che non va, ti senti anche gentilmente consigliare un consulto psicologico oppure subisci giudizi e attacchi molto forti. Il rischio è tornare sui propri passi adeguandosi al pensiero dei più oppure sprofondare in una tristissima e rabbiosa solitudine.
Le donne che ho avuto la fortuna di incrociare nel mio cammino mi hanno aiutato a capire che non ero la sola a pensare certe cose, che non ero la sola a desiderare altro. Ho quindi nei loro confronti un affetto ed un debito enorme. In primis a Grazia de Michele che con il suo Blog Amazzoni Furiose da moltissimo tempo è fonte per me di informazioni importantissime e rappresenta una compagna di iniziative sul territorio italiano (la lettera alla LILT del 2015, quella allo Sportello Cancro del Corriere e il Flash Mob del 2018). Ma ce ne sono davvero molte altre, sia ui in Italia che all'estero.

Da allora Afrodite K, così come ha fatto con la causa dei lavoratori autonomi ammalati, è impegnata nel favorire una narrazione differente del cancro al seno, una narrazione che vada oltre i fiocchi rosa (leggi la vera storia del fiocco rosa), che informi le persone sui legami fortissimi che esistono tra Cancro al seno & business, svelando un fenomeno in continua crescita come il Pinkwashing, diffondendo voci di Controcanto, svelando le contraddizioni di un certo Ottobre Rosa e quelli oscuri della Ricostruzione del seno post-mastectomia.

Da allora scrivo post, divulgo notizie, traduco interessanti articoli prodotti all'estero su questi temi, diffondo le riflessioni e le azioni di tante incredibili donne in Italia e all'estero, organizzo eventi. Da allora ci sono.

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