lunedì 3 febbraio 2014

L'Inps ed il mio tumore al seno: facciamo il punto

E' giunto il momento di fare un pò il punto della situazione della mia relazione controversa con l'Inps da quando è cominciata la mia bella avventura con il cancro al seno. Un rapporto sicuramente tormentato, pieno di abbandoni, colpi di scena, allontanamenti ed avvicinamenti proprio come fossimo due fidanzatini dove però il partner (Inps) frequentemente ti ignora e ti tradisce per poi, qualche volta, darti la caramellina dolce tanto per farti stare buona così non rompi troppo. Vien quasi da rimpiangere gli uomini, almeno con loro ogni tanto puoi fare sesso. Con l'Inps il massimo dell'orgasmo consiste nel veder arrivare finalmente qualche piccolo bonifico (tipo biscottino della fortuna con scritto dentro "Chi s'accontenta gode").


Il senso d'abbandono e la raccolta delle informazioni
Intanto cominciamo con il dire che questa è una relazione iniziata molto prima di una data ufficiale (il primo giorno in cui ho fatto una domanda formale all'Inps). Già in tutta la fase leopardiana di "matto e disperatissimo" studio e ricerca di quelli che potevano essere i miei diritti di lavoratrice nonchè degli ammortizzatori sociali ed assistenziali, già lì era nata una relazione. Come quando hai voglia di innamorarti ma ancora non hai incontrato nessuno. L'Inps si nasconde moooolto bene perchè si sà, in amore vince chi fugge. Brutta fase questa. Dopo l'abbandono da parte della salute, quello del compagno, in parte quello della sanità (con le sue inefficienze), anche quello dello stato. Mi sono sentita molto sola e sono stata davvero male. Ma il peggio doveva arrivare. Quando finalmente ho cominciato a capirci qualcosa ed a scoprire cosa l'Inps era tenuta a darmi come servizi è subentrato uno stato d'animo oscillante tra la contentezza di constatare che qualche diritto ce l'avevo anche io anche se sono solo una merdaccia di lavoratrice autonoma e la delusione di vedere che questi pochi diritti erano tutelati con una forte discriminazione rispetto ad altri tipi di lavoratori.

Essenziale la premessa che la data dell'intervento di mastectomia è il 24 luglio 2013.
Come vedrete le date delle domande all'Inps sono molto successive in termini di tempo. Perchè? Perchè c'ho messo un sacco di tempo a procurarmi le informazioni e vi assicuro che tonta non sono, navigo benissimo nei motori di ricerca e smanetto di brutto con il pc. L'elemento tempo, quindi, diventa essenziale. Se non sai da subitissimo quali sono i tuoi diritti, perderai mesi importanti soprattutto in funzione di eventuali visite Inps.

Invalidità civile
Domanda fatta tramite patronato Inca (CGIL) il 26 settembre 2013.
Chiamata alla visita il 16 ottobre 2013. Rispettata l'indicazione che, in caso di paziente oncologico la visita deve avvenire entro 15 giorni dalla domanda. Uau, ero contenta.
Visita di 4 minuti. Giuro 4 minuti. Praticamente non è stata una visita, da seduta mi hanno appena fatto sollevare in avanti le braccia. Stop. Questa è stata la visita. Il mio problema erano proprio le complicazioni post chirurgiche serie alla scapola, alla spalla, al braccio con versamenti e tendinopatie. Manco m'hanno fatta spogliare. Di tutti i fogli che ho portato ne hanno trattenuti pochissimi come se ci fossero standard precisi, interessano alcune cose, le altre, anche se attinenti, le cassano. Impressione complessiva anche senza avere ancora il responso: delusione tremenda e.....rabbia, tanta.
Raccomandata con risposta ricevuta il 29 ottobre 2013 (invalidità civile) e il 31 ottobre 2013 (Handicap).
L'handicap l'anno negato. E fin qui ci può stare.
L'invalidità civile concessa è stata del 67%  (con revisione nell'ottobre 2015). Non ci si fà praticamente nulla.
Come lavoratrice autonoma il giochino mi è costato 3 giornate di lavoro visto che la visita s'incastrava con appuntamenti già presi che ho dovuto far saltare. Fico, eh?
Visto che si ha diritto all'assegno previsto per l'invalidità civile solo con una percentuale di almeno 74% (con un limite per di reddito nell'anno precedente ridicolo che in molte superano visto che un anno prima si era sane) ed io non ci rientro e sono convinta (nessuno mi smentisce, nemmeno il patronato mi avvisa) che quel tipo di assegno coincida con il cosiddetto "assegno ordinario di invalidità". Mi fermo lì, delusa e incazzata mentre perdo giornate di lavoro e passo giornate intere a curarmi.

Indennità di malattia
Dopo aver scoperto che finalmente (eureka!!!) hanno esteso con una circolare del maggio 2013, l'indennità di malattia a tutti i tipi di lavoro autonomo, anche il mio, faccio domanda il 29 ottobre 2013 per 30 giorni di malattia con relativo certificato del mio medico curante, successivamente faccio il proseguimento il 29 novembre 2013 per altri 30 giorni ed attendo fiduciosa.
Dopo i solleciti tramite telefonate al call center, mail al servizio "Inps Risponde" del loro sito e mail all'Inps locale, finalmente ricevo il saldo complessivo delle 2 indennità di malattia il 20 gennaio 2014: totale giorni indennizzati 61 (è la regola più di 61 in un anno non te ne danno, meno male che il 2013 è finito sennò m'attaccavo). La cifra totale è di 794,46€ per una media di circa 13 € al giorno. Non fate la bocca a queste cifre perchè dietro ci sono calcoli complicatissimi che, pur avendoci provato, non sono riuscita a capire fino in fondo. Dipende dai contributi che hai pagato nei 12 mesi precedenti. In tutto il periodo della malattia diventi una semicarcerata per vie delle visite fiscali. 
Mi sento mediamente soddisfatta se non fosse per il sangue e la bile che ho dovuto sputare per arrivare a tutto questo......
Dato che cambia l'anno e che ho diritto ad altri 61 giorni per il 2014, faccio la domanda per un altro mese il 30 dicembre 2013. Scopro per pura causalità all'interno del mio fascicolo nel sito dell'Inps che la mia domanda è stata respinta. Telefono al call center, mando mail a destra e manca, non c'è modo di sapere cosa è successo e perchè. Attualmente ho ricevuto il 22 gennaio 2014 una risposta dove si dice che la mia richiesta di spiegazioni è stata inoltrata a chi di competenza. Sto aspettando.......vi aggiornerò.

Indennità di degenza ospedaliera
Fortunatamente per l'indennità di degenza ospedaliera c'è tempo fino a 180 giorni calcolati dal giorno successivo alla fine del ricovero per cui anche se scopri questo diritto un pò tardi, magari fai comunque in tempo.Io ho fatto domanda per l'indennità di degenza a seguito dell'intervento di mastectomia in data 29 ottobre 2013 e me l'hanno saldata dopo 1 mese il 29 novembre 2013: 156,29€ per 5 giorni di degenza. Anche qui i calcoli per determinare la cifra del rimborso son pieni di percentuali e dipendono dai mesi di contribuzione che risultano accreditati all'Inps.
Siccome c'ho preso gusto perchè anche solo psicologicamente mi dava la patetica illusione di contare qualcosa ho fatto la richiesta anche per l'indennità di degenza ospedaliera per il mio secondo intervento in day hospital. Domanda fatta il 1 dicembre 2013 e saldata dall'Inps il 20 gennaio 2014: 26,05€ (brividi di eccitazione). Il tempo di indennizzo è stato superiore. Boh...me l'hanno saldata accorpandola alle 2 indennità di malattie.
Bilancio complessivo: l'unica cosa che forse si salva un pò. Cifre da fame a parte, tenendo conto della considerazione in cui sono tenuti gli autonomi, sembra grasso che cola.

Assegno ordinario di invalidità
Non c'entra niente con l'indalidità civile, non mi stancherò mai di ripeterlo. E' così che ti fregano, con le parole. La conseguenza è che non ti informi meglio e non pensi nemmeno di poter aver diritto a questa cosa qui. Invece per gli autonomi che se la passano male con la salute forse è il servizio assistenziale migliore.
Purtroppo l'ho capito tardi e quindi prima di fare domanda sono passati ben 4 mesi dall'inizio delle mie complicazioni postchirurgiche alla spalla. Errore gravissimo!!! Spero che quello che scrivo salvi qualcuna di voi che legge.
La domanda l'ho fatta il 28 novembre 2013 e sono stata chiamata a visita il 13 dicembre 2013.
La visita è stata migliore di quella per l'invalidità. Da 4 minuti siamo passati a 20. C'era solo una dottoressa (no commissione come nell'invalidità civile). La maggior parte del tempo è stata a pc a scrivere e compilare il modulo, ha filtrato i fogli che avevo portato, scartandomene un bel pò, pure quello che avevo scritto con grande perizia e che descriveva il tipo di lavoro che faccio e come il tumore e le complicazioni postchirurgiche interagiscono con esso. Niente da fare, non l'ha proprio voluto. Eppure la legge sentenzia che l'assegno ordinario di invalidità viene concesso in presenza di una "permanente riduzione della capacità lavorativa a meno di un terzo in occupazioni confacenti alle attitudini personali (art.1 legge 12 giugno 1984, n.222)". Macchè, non gliene frega un fico secco di capire esattamente cosa fai e perchè quello che hai può penalizzare il tuo lavoro.  Visita piuttosto breve, diciamo quella che tranquillamente mi poteva fare il mio medico curante. Io ho problemi specifici rilevabili in realtà da un fisiatra, ma quella dottoressa lì si vede da lontano che non se ne intende. Esco dalla visita un pò depressa ma con quel pizzico di speranza che è dura a morire. La dott.ssa dice che entro 20 giorni dovrei avere la comunicazione ufficiale con il responso. Bene, penso io, 20 giorni non sono un'eternità. Il tempo passa ma non succede niente, entro nel sito dell'Inps con il mio PIN il giorno della vigilia di natale ed il Natale lo festeggio scoprendo la parola "Respinta" accanto alla mia domanda. Comincio ad aspettare la lettera ufficiale dove almeno sarà scritto il motivo. Ma non arriva. Comincio a tempestare il call center ed a mandare mail all'Inps locale. Il 15 gennaio 2014 (dopo oltre 1 mese dalla visita) qualcuno si degna di rispondermi e mi avvisa che la lettera è stata di nuovo spedita, c'erano stati dei problemi a sistema. Aspetto di nuovo e finalmente il 21 gennaio 2014 questo benedetto foglio arriva. Un foglietto che sembra una stampa di una schermata fatto in fretta e furia. Niente raccomandata ufficiale e io non firmo niente quindi per l'avvenuta ricezione. Andiamo bene....La domanda è stata respinta per motivi sanitari. Non viene reputato che le mie difficoltà riducano a meno di 1/3 la mia capacità lavorativa. Dall'inizio dei miei problemi fisici e psichici sono passati ormai 6 mesi. 
Adesso? Beh proverò a fare ricorso, certo. Bisognerà capire quando mi fisseranno un'altra visita (sui ricorsi i tempi non sono brevissimi). passerà altro tempo e forse allora, mi auguro, mi sarò anche ripresa ma ormai saranno passati proprio i mesi dove era necessario l'aiuto economico. Capito dove sta la fregatura? Geniale come sistema, no? Peccato che le tasse e i contributi io li abbia pagati dal 1992 ad oggi puntualmente ed in tempo (tranne l'acconto inps a dicembre 2013 per il quale ho iniziato, come protesta, la mia disobbedienza fiscale).

...e l'assicurazione privata?
Senza scendere nei dettagli che ho già trattato ampiamente, dalla mia assicurazione privata, dopo richiesta inviata ad ottobre 2013 ricevo un indennizzo il 21 novembre 2013 (solo per i 5 giorni di degenza ospedaliera) di 260€. Mi vengono i brividi di eccitazione e mi sento quasi ricca.


9 commenti:

  1. ciao,
    ho letto l'articolo, sono anche io una libera professionista e ad oggi sto bene, domani chissà. Però voglio dirti che non sei sola, non so se leggi la mia mail ma io posso lottare con te, vivo a Roma e tu?

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  2. Ciao Stella, io sono originaria e vivo a Grosseto ma i miei contatti sono su tutto il territorio nazionale. Stai connessa perchè cercherò insieme ad altre donne e ad alcune associazioni che ci possano rappresentare di far partire almeno una petizione concreta che chieda più giustizia per i diritti del lavoratore autonomo che si ammala gravemente, in modo che le leggi cambino, cazzarola!! Lamentarsi e denunciare non basta purtroppo

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  3. Ciao, sono anch'io un lavoratore autonomo in gestione separata, e mi vergogno profondamente di vivere in un "Paese" in cui tra contributi e INPS paghiamo oltre il 65% di tasse e se ci ammaliamo come nel tuo caso lo Stato fa orecchie da mercante. Tutto questo è molto ingiusto; ammiro profondamente la dignità con la quale stai andando avanti nella tua battaglia di impegno civile parallelo a quella ancora più dura della malattia. Sei grande!!!
    Roberto

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  4. Questa non è la mia battaglia, è la nostra, io ci stò solo mettendo la faccia e mi sforzo di raccogliere informazioni, scrivere e divulgare. Ogni volta che ricevo i vostri feedback che mi danno coraggio e mi spronano a proseguire tutto il dolore, le preoccupazioni e le difficoltà di questi mesi sono ripagati. Grazie a voi....

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    1. Ciao Daniela io non sono una lavoratrice autonoma, ma ti assicuro non cambia molto. Circa tre anni fa alla scoperta del tumore al seno con relativi linfonodi, lavoro nell'integrazione scolastica con il calendario tempo determinato da settembre a giugno. Conclusione: io non ho più ripreso il lavoro. Nell'ultima visita, se così si può chiamare, mi hanno abbassato l'invalidità al 46%, di conseguenza alla scadenza in maggio 14 non so se potrò percepire ancora quell'assegno legato ai contributi versati per E. 550,00 circa. Ho 58 anni, anche se pochi 558,00 mi aiutano. Mi chiedo dove posso andare a lavorare? Non ho parlato delle varie problematiche rimaste, e del Femara che ti assicuro mi sta rovinando le ossa............. Ciao, grazie un bacio. Cristina

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    2. Eh lo so, lo so.... la malattia è malattia per tutti. Gli autonomi hanno in più complicazioni particolari di conciliazione salute/lavoro (spesso viaggiano su tutto il territorio nazionale e son dolori se si ammalano di cancro) in più non hanno nemmeno i diritti di base. Diciamo che diventiamo uguali nel tempo quando la malattia perdura. Ecco lì, alla fine poi siam tutti uguali e senza diritti

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  5. ciao, io ho una storia molto simile alla tua. tumore al seno a 40 anni, lavoratrice freelance ...ma non ho fatto nulla. ho fatto le mie cure, e intanto lavoravo, stringendo i denti, come prima. di giorni di malattia ho fatto quelli della degenza ospedaliera per l'intervento. sono uscita dall'ospedale e sono andata in ufficio, il pomeriggio stesso. ora sono passati 5 anni...avrei dovuto fare qualcosa, ma non so perché, non ci volevo pensare
    viola

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    1. Salve Daniela, ho 46 anni e ho iniziato a seguire il tuo blog da quando sei andata in tv,oggi ho deciso di scriverti; da cinque mesi faccio la chemio e fra due settimane ho l'intervento di mastectomia.
      Sono socia con mio fratello in una agenzia di assicurazione,e pago l'inps nella gestione commercianti dal 1992. In questi mesi sono sempre stata presente in agenzia, ma ora, con l'intervento non so come faro'... L'inps mi ha riconosciuto il 100% e anche l' handicap.. sto trovando tanti problemi per la richiesta dell'assegno di invalidita', sul sito dell' inps, e il patronato mi dice che non ho diritto a nulla.. Sono veramente disorientata...Grazie per il tuo coraggio e per i tuoi consigli.
      Alessandra

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  6. Ciao. Tutti i cittadini italiani hanno grandi problemi con quel carrozzone elefantiaco che è l'INPS. Fortunatamente esiste una soluzione, che non costa niente; riuscire ad interessare del caso un buon giornalista che denunci, a tutta pagina, le storture del carrozzone. Ti assicuro che, dalla fase d'ignoranza (nel senso che ti ignorano assolutamente, prima), passano ad una "vigilanza attenta", riconoscendo tutti i diritti. Provato sulla mia pelle per ben due volte. E pensare che, nei paesi civili, il riconoscimento dei diritti è la prassi e non l'eccezione. Fai più casino che puoi.

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