venerdì 20 dicembre 2013

Disobbedienza fiscale e tumori: non voglio uno Stato buono, mi basterebbe fosse giusto

Se vuoi cuocere una rana, non scaldare l’acqua prima di immergerla nella pentola. Se farai così, quando la immergerai, la rana sentirà il calore dell’acqua e salterà fuori dalla pentola. Per cuocere una rana, devi metterla nella pentola quando l’acqua è ancora fredda. Solo a quel punto, accendi il gas. L’acqua si scalderà lentamente e quando la rana si accorgerà di quello che sta succedendo, sarà troppo tardi.
Questa storia sembra descrivere perfettamente la condizione dei lavoratori autonomi con gestione separata Inps.

Per me, però, non è tardi come nella storia, perché il tumore al seno m’ha dato una sonora randellata e, uscita dalla pentola, mi sono messa a pensare a tutti i soldi che in 20 anni di attività ho dato allo Stato e ciò che adesso ho in cambio. Ci sono rimasta davvero male.Ma invece di disperarmi ed imprecare per l'acqua bollente e per la pentola ingiusta, mi sono data alla disobbedienza fiscale cominciando con l'acconto Inps 2013. Non l'ho pagato. Appena l'Inps dimostrerà il rispetto che si deve ad un tumore e ad una contribuente che la sovvenziona dal 1997, allora se ne riparlerà.
Tra l'altro le basi di diritto per la disobbedienza civile e fiscale ci sono eccome.
Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte, nel suo "La giustizia costituzionale" (edizione 1988) scrive:
a) la legge incostituzionale non è obbligatoria; 
b) tuttavia non è neppure obbligatoria la disobbedienza ad essa, tale disobbedienza essendo solo consentita o ammessa; 
c) la disobbedienza alla legge è invece giuridicamente doverosa nei casi i cui i singoli si rappresentino con piena consapevolezza l’indiscutibile incostituzionalità della legge.
Alla prima sottocommisione della Costituente, il 3 dicembre 1946, furono tra gli altri Aldo Moro, Meuccio Ruini e Giuseppe Dossetti a difendere una formulazione che così recitava, annessa a quello che divenne poi l’articolo 54 odierno della Costituzione: “la resistenza individuale e collettiva agli atti dei pubblici poteri, che violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla presente Costituzione, è diritto e dovere di ogni cittadino”. Togliatti, sprezzante, intervenne sostenendo che le rivoluzioni sono tali perché vincono, non perché esistano diritti alla disobbedienza in Costituzione. Naturalmente, la disobbedienza civile liberale non c’entrava nulla con le rivoluzioni rosse e nere. Ma tanto bastò perché la proposta cadesse, al fine di non dare appigli alla piazza filosovietica. Peccato.
Smettiamo di fare le rane bollite e usciamo da questa benedetta pentola!
Non ci possiamo neppure più permettere di delegare questo tipo di proteste solo alle associazioni di categoria e d’impresa. Qui ne va della dignità umana e dei diritti umani fondamentali. E dei lavoratori.
Non si può salassare un contribuente per anni (e noi lavoratori autonomi a gestione separata lo siamo eccome) e poi, al momento in cui diventa un paziente oncologico lo si tratta come se niente fosse, come se la sua vita personale, ma anche professionale, non fosse stata stravolta. C'è un tempo per dare ed uno per ricevere. E' l'equilibrio yin-yang che dovrebbe esserci anche nel sistema fiscale. Non c'è?. Allora lo dobbiamo creare.
Del resto la Costituzione con il suo art.53 ("Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva") che ci sta a fare, la bella statuina?
E la Costituzione non tutela anche il lavoratore ammalato? (art.38 "Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria........")
Meditate gente, meditate e....disobbedite.

PS
Tra l'altro, se vado avanti ad oltranza, non possono nemmeno portarmi via ciò che non ho. Sono anni che la mia vita ha preso la strada della decrescita felice. Non possono prendermi una casa perchè non la possiedo, la mia macchina è una vecchia signora del 1996, se mi prendono le attrezzature d'ufficio avrei la coda di amici, colleghi, fornitori e clienti pronti a prestarmi un pc ed una stampante. Il cellulare? Ne ho uno da 39 euro, ah ah! Ciò che ho di più prezioso non è pignorabile. Del mio adorato Maypo non saprebbero che fare e la mia tigna non me l'ha abbattuta un tumore, figuriamoci se ci riescono lo stato e l'Inps.

Stay tuned....... la lotta continua.

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