lunedì 14 luglio 2014

Lavoro autonomo, capacità lavorativa e assegno ordinario di invalidità Inps

Esattamente il 13 dicembre 2013, quando ancora ero nel pieno delle mie complicazioni postmastectomia avuta il 24 luglio 2013, dopo aver letto che l'assegno ordinario di invalidità era un supporto economico strettamente legato alla riduzione "della capacità di guadagno in occupazioni confacenti alle proprie attitudini", mi presentai alla visita del medico Inps, dopo tutta la trafila della domanda, con un foglio da me prodotto ed intitolato "Autodichiarazione della mia condizione lavorativa". Consapevole che le istituzioni conosco molto poco le caratteristiche del lavoro autonomo, soprattutto quello dei professionisti di seconda generazione, mi illudevo, nella mia abissale e profonda ingenuità di paziente oncologica, di riuscire così a far comprendere quanto questa malattia e le sue conseguenze avevano e stavano limitando il mio lavoro. Ecco il contenuto di quella autodichiarazione.......


Io sottoscritta Daniela Fregosi nata il 5 agosto 1967 a Grosseto, dichiaro quanto segue rispetto all’attività lavorativa che svolgo:

  • sono una libera professionista con p.iva aperta dal 1992 ed appartengo alla gestione separata Inps dal 01/01/97;
  • sono un’esperta di apprendimento e formazione aziendale con una specializzazione in formazione esperienziale che mi riconoscono a livello nazionale. Ho un elevata specializzazione nel mio lavoro: una laurea, 4 master e numerosissimi aggiornamenti professionali;
  • erogo formazione a medie/grandi aziende per conto di società di consulenza e formazione;
  • opero da sempre su tutto il territorio nazionale (la mia attività di consulenza non ha una localizzazione geografica precisa né tanto meno è collocata nella zona di residenza) e quindi viaggio molto dormendo e mangiando fuori;
  • durante i miei viaggi devo trasportare diversi bagagli (valigia personale, valigetta con il computer e materiale didattico)
  • abitando in campagna (in un podere dove ho anche il mio studio) per viaggiare utilizzo molto l’auto, oltre che i treni e gli aerei;
  • le attività formative di cui mi occupo si svolgono con modalità giornata intera e per più giorni di seguito;
  • durante l’attività formativa aziendale gestisco anche situazioni “difficili” nelle quali c’è bisogno di motivare e stimolare figure professionali problematiche come per esempio operatori, quadri e dirigenti che lavorano in contesti fortemente competitivi e conflittuali;
  • devo gestire complesse relazioni con interlocutori diversificati ognuno con le proprie attese, richieste e bisogni: i partecipanti in aula, le società di consulenza, le aziende committenti finali, il personale delle risorse umane che incontro durante le mie consulenze;
  • la mia attività professionale è stata in questi anni colpita dalla crisi economica e quindi diventa essenziale riuscire a non perdere quelle commesse che sono, di per sè, fortemente calate in numero e retribuzione.
Da quanto descritto precedentemente emerge che la mia attività professionale di per sé, anche in piena salute psico-fisica, risulta essere molto stressante e che quindi le mie attuali condizioni sia fisiche che psicologiche limitano fortemente la mia efficacia professionale e la mia capacità di produrre reddito.
Allego la dichiarazione della psiconcologa dell'ospedale che mi segue attestante il livello di stress a cui sono sottoposta nel tentativo di conciliare la malattia con il lavoro autonomo.

Cosa è successo a questo foglio? Beh, ho tentato di farlo prendere in considerazione dal medico Inps che, ovviamente, l'ha assolutamente ignorato e non l'ha nemmeno voluto mettere nella documentazione.
Stavo rimettendo a posto alcune carte e l'ho ritrovato. L'ho voluto mettere qui, in questo blog.
Che almeno qui, come lavoratrice autonoma che fa i salti mortali per conciliare malattia e professione, che almeno qui, abbia un suo spazio e mi dia l'illusione di esistere come lavoratrice.
Che almeno qui faccia capire quanto sia importante firmare e diffondere la Petizione "Diritti e assistenza ai lavoratori autonomi che si ammalano"
Inoltre, siccome tu Stato non mi hai riconosciuto una capacità lavorativa ridotta come per altre lavoratrici dipendenti nelle mie stesse condizioni, allora io mi auto-riconosco una capacità contributiva ridotta ed appellandomi all'art.53 della Costituzione, continuo a rifiutarmi di pagare le tasse.


1 commento:

  1. Questo é il minimo che potessi fare. Di fronte a queste malallie siamo tutti uguali.....e nn solo!!!!!

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