La solidarietà che dal 10 febbraio, giorno in cui è partita la Petizione “Diritti ed assistenza ai lavoratori autonomi che si ammalano”, è arrivata da molti lavoratori dipendenti è veramente un segno straordinario. In un mondo ormai ingabbiato nell’individualismo più estremo che la crisi economica e le difficoltà quotidiane vissute da ognuno di noi hanno ulteriormente inasprito, l’appoggio che le altre categorie di lavoratori ci stanno dando ha del commovente. I commenti dei firmatari lavoratori dipendenti sono davvero emblematici tanto che fotografano quasi meglio di noi la condizione dei lavoratori autonomi ammalati. Bellissimo!
Le loro riflessioni sono ancora più motivanti, trascinanti, umanamente e logicamente più convincenti di qualunque cosa possiamo dire noi, magari molto arrabbiati e ormai provati da anni di ingiustizie, tassazioni, stereotipi e vagonate di falsa informazione che ci riguardano.
"Sono un lavoratore dipendente, anch'io ho avuto
malattie oncologiche (Linfoma) e da 16 anni combatto com le
complicazioni andando spesso in ospedale quindi sapendo cosa vuole dire,
ritengo giusto che anche i lavoratori autonomi abbiamo gli stessi
diritti in quanto non si tratta di una semplice influenza che si risolve
in 3 giorni." Sergio Servi di Firenze
"Perché anch'io ho avuto una cosa simile: chirurgia, chemioterapia, adesso farmaco specifico. Io tuttavia sono lavoratrice dipendente e già così ho un sacco di problemi da risolvere, figurarsi se non avessi nemmeno quelle tutele . In più capita spesso che quelli che dovrebbero informare per il meglio non lo fanno, anzi, cercano di svicolare o di dare meno informazioni possibili, forse sono premiati per questo; ma non è una paranoia da ammalati. Si finisce per adorare le persone che realmente aiutano. Capisco quindi moltissimo la Daniela e sono con lei. Sottolineo che la riforma Brunetta ha reso più difficili anche le condizioni delle lavoratrici del pubblico impiego che si ammalano: il periodo di malattia viene riconosciuto appieno solo fino ad 1 anno e 1/2 negli ultimi tre anni, e solo i giorni di degenza in ospedale ed i giorni di terapia in ospedale vengono riconosciuti alla pari dei giorni lavorati. Questo non è assolutamente sufficiente, anche se è comunque oro rispetto a quel che vien dato alle lavoratrici autonome come la Daniela. Certo che firmo, tutti devono firmare." Pola Poletto
"Perchè nonostante io sia un lavoratore dipendente mio padre è un libero
professionista guadagnando tutt'altro che dignitosamente, sto quasi
meglio io a far l'operaio. Pensavo (da ignorante) che certi diritti
fossero uguali per entrambi e mi indigno pensando che uno stato come il
nostro ragioni ed agisca in questo modo non tutelando (o quasi) i liberi
professionisti." Andrea Righetti di Soferino
"Perché dopo anni di lavoro da dipendente sono diventato un libero
professionista, scoprendone i molti svantaggi. Se è giusto che i
cittadini siano onesti con lo Stato, sarebbe giusto che anche lo Stato fosse onesto con i propri cittadini, tutti." Lorenzo Biggi (Brescia)
E’ vero sì, sono molti i lavoratori dipendenti fuorviati da informazioni parziali e incomplete sul lavoro autonomo che ancora credono, anche in buona fede, che il popolo delle partite iva sia un’orda furbetta di benestanti evasori che dopo essersi arricchiti per anni alle spalle dei poveri lavoratori dipendenti a stipendio fisso e supertassato alla fonte, adesso iniziano a piangere miseria perché la crisi è arrivata anche a loro. Ma rispetto ad alcune polemiche che possono scatenarsi, Afrodite K preferisce guardare a chi ha dimostrato un atteggiamento positivo e solidale. Afrodite K crede nella possibilità di migliorare il mondo in cui viviamo (se non sogna un manga giapponese chi lo deve fare?) ed opera affinché ciò che accomuna i lavoratori possa unirli invece di fomentare le differenze che li dividono e che li rendono più deboli, tutti.
Uno dei prossimi post Afrodite K lo dedicherà sicuramente ad una fotografia del lavoro autonomo un po’ più realistica e aggiornata.
Intanto grazie, grazie e ri-grazie a chi se ne frega degli stereotipi e semplicemente ha deciso di supportare altri esseri umani (perché sì, lo siamo anche noi autonomi, umani, passibili di malattie, sensibili e vulnerabili come tutti).
Non diamo questo aiuto per scontato e non ci stancheremo mai di sottolinearlo alla faccia di chi vorrebbe metterci gli uni contro gli altri in corsa per il premio “tartassato del secolo”.
Afrodite k si impegna a ricambiare ed a lottare insieme a tutti i lavoratori dipendenti perché vengano superate le discriminazioni che anche nel loro caso esistono in riferimento per esempio ai diversi tipi di tutela in caso di malattie tra i diversi tipi di contratto. Un dipendente statale non è uguale ad un dipendente di una cooperativa.
E poi ci sono anche le false partite iva con lavoratori a tutti gli effetti dipendenti obbligati ad essere autonomi per lavorare che hanno tutti gli svantaggi degli autonomi e tutti quelli dei dipendenti (che culo, eh?!). Grazie anche a loro.
Che dire poi dei disoccupati, quelli che un lavoro l’hanno perso o non l’hanno ancora mai avuto, anche quelli stanno firmando. Grazie anche a voi.
Una delle frasi più belle?
“Firmo perché anche se non sono un lavoratore autonomo, potrei diventarlo”
Fotografia meravigliosa di un Italia che è già rappresentata dal 24% di lavoratori autonomi ma che andrà incontro all’aumento della necessità di inventarselo il lavoro visto che non ce n’è.
Nessun commento:
Posta un commento
Stai commentando come utente anonimo o con il tuo account Google. Consulta la Privacy Policy