venerdì 19 ottobre 2018

Consigli per lavoratori autonomi e partite iva colpite da malattia grave o prolungata

Dopo anni di battaglia per la tutela della malattia ai lavoratori autonomi Afrodite K ha raccolto un bel po' di informazioni che mette qua a disposizione. Se sei una partita iva e devi gestire una malattia grave (magari un tumore o una patologia degenerativa) oppure una malattia non grave ma prolungata, già avrai le tue preoccupazioni. Lo so bene, ci sono passata. Ti verrà la tentazione di lasciar stare tutte le questioni pratiche per concentrarti sulla tua salute, ma quando poi deciderai di occupartenere potrebbe essere troppo tardi.
Ecco perché inserisco qua qualche consiglio su come muoverti per non affogare in quella che viene definita la "tossicità finanziaria" del malato. Che per noi lavoratori autonomi vuol dire cercare di non chiudere l'attività e non farsi rincorrere dall'Agenzia delle Entrate.


Premessa
Sulla carta non sussistono discriminazioni in termini di accesso all'assistenza sanitaria pubblica. Il problema della malattia per i lavoratori autonomi non è tanto questione da Ministero della Salute ma piuttosto da Ministero del Lavoro perché è la tutela della persona in quanto lavoratore che manca non quella in quanto paziente (e ci mancherebbe...). Ma sappiamo bene quanto differenza ci sia tra uguaglianza ed equità.
  1. Il fatturato sparisce o si riduce molto per un bel po' di tempo e questo da subito (sin dalle prime giornate di lavoro perse per star dietro al corri corri di esami che porteranno alla diagnosi). Questo è davvero importante capirlo perché se un malaccio è un bel problema economico per tutti, per una partita iva i problemi materiali arrivano subito, non c'è cuscinetto iniziale come per un dipendente.
  2. Al problema del fatturato si aggiunge quello dei costi extra che ovviamente per una partita iva pesano di più a fronte del punto 1.
  3. Al problema dei costi extra si aggiunge quello dei costi fissi che non si fermano (anche se il lavoro sì). Commercialista, attrezzature, ufficio, tasse fisse ed indipendenti dal fatturato, acconti. Sembra paradossale ma un dipendente, anche licenziato ingiustamente per malattia, questi problemi non li ha.
  4. Al problema dei costi fissi possono aggiungersi le multe per essere stati al di sotto dei parametri stabiliti dagli studi di settore (se non si riesce a dimostrare adeguatamente la propria incapacità lavorativa). In realtà il problema degli studi di settore si sta placando ed è il pericolo minore. 
  5. Il pericolo maggiore è quello di non riuscire a saldare i vari pagamenti dovuti all'Inps. Beh, se sei con l'acqua alla gola il mio consiglio è non pagare. Aspetta di ricevere il cosidetto "avviso bonario" nel quale l'Agenzia delle Entrate ti propone una rateizzazione con more (non altissime). L'avviso ci metterà un po' ad arrivare, almeno un annetto. Io in questo sono esperta perchè ho fatto uno sciopero contributivo pubblico di protesta durato 1 anno e mezzo (saltando 3 pagamenti di fila e saldando le varie rate in 5 anni!)
  6. Va beh, ma dai, un'assicurazione privata può essere una soluzione, no? NO. I contributi Inps e le tasse continuano a crescere vertiginosamente da un lato, la crisi economica incombe dall'altro ed avere un'assicurazione per infortuni e malattia come Dio comanda è praticamente impossibile ad una partita iva attuale. Non se la può permettere. Se proprio hai da investirci ti consiglio le cosiddette società di mutuo soccorso. In ogni caso sappiamo bene qual è l'equazione delle assicurazioni, se paghi premi bassi avrai poco niente, per avere qualcosa che ti copra veramente devi pagare. Fine della storia.
  7. Un'altra azione che per me ha rappresentato un piccolo aiuto è stata l'anticipo e il riscatto del fondo pensione per grave patologia.
  8. In molti casi non esiste tutela (per esempio per artigiani e commercianti) oppure nei casi in cui esiste (i lavoratori afferenti alla Gestione Separata Inps hanno indennità di malattia e di degenza ospedaliera) è altamente insufficiente (pochi giorni in un anno e pagati poco). In caso di patologie tumorali o gravi la battaglia di Afrodite K ha contribuito a migliorare la legislazione ma rimane ancora molto da fare. I lavoratori autonomi che afferiscono ad Ordini professionali sono un caso tutto a parte e detta legge l'Ordine di appartenenza.
  9. Mancando un aiuto economico attraverso l'indennità di malattia si può sempre sperare in quello associato ad un'invalidità civile superiore al 74%. Peccato che ormai l'Inps in deficit com'è deve vederti con un piede nella fossa per concedertela ed in ogni caso l'assegno (cifre pazze tipo 270euro) lo molla solo se hai un reddito non superiore a circa 4700euro all'anno oppure circa 11.000euro con un'invalidità al 100%. Ovviamente per un lavoratore autonomo fa testo la dichiarazione dei redditi dell'anno precedente, quando era sano. Geniale! Potresti sperare nel più sostanzioso assegno di accompagnamento legato alla concessione dello stato di handicap (in genere quando si fa la domanda d'invalidità civile contestualmente si aggiunge anche quello). Non te lo consiglio però perchè l'accompagnamento lo concedono a chi sta davvero mooolto male. Molte persone che ho aiutato ad ottenerlo, se lo sono goduto poco...Non aggiungo altro.
  10. Ti consiglio di provare invece con l'assegno ordinario di invalidità (indipendente dal reddito ma legato ad una capacità lavorativa inferiore ad 1/3). Peccato che quasi nessuno conosce questa opzione e se mai viene fuori, ormai è tardi, i sintomi che si avevano all'inizio si sono modificati ed alla visita medica Inps ti fottono. Tradotto: fai la domanda subito quando stai ancora male e non aspettare troppo.
  11. Se non sei tu ad ammalarti, ma un tuo caro, beh... allora vuol dire che sei diventato un caregiver e son dolori perché di diritti allora sì che non ne hai proprio nessuno!
Al di là di tutte le precedenti questioni economiche un lavoratore autonomo che si ammala avrà da gestire anche tutta un'altra serie di questioni:
  • Il fermo lavorativo per un lavoratore autonomo è davvero un bel problema. Soprattutto per i professionisti ed i consulenti uscire dal giro e dal mercato per un po' non è davvero il massimo. Non solo saltano giornate di lavoro effettive magari già programmate ma risultano in pericolo anche quelle potenziali e future. Nel frattempo i tuoi clienti lavorano con altri e quando tu sei pronto a rientrare bisogna capire se loro sono pronti a riprenderti.
  • Complicato davvero per un lavoratore autonomo gestire l'agenda e conciliare la malattia grave con le proprie attività lavorative.
  • Ecco perchè molti lavoratori autonomi ammalati sentono la necessità di nascondersi. Se il cliente finale viene a sapere che hai un cancro fa poco self-marketing e rischi che non ti percepisca più affidabile e performante nel tempo. Con la concorrenza e la corsa al ribasso che c'è in giro, sei fritto. È questo uno dei motivi per cui il tema dei lavoratori autonomi che si ammalano è rimasto così a lungo un'emergenza sociale sommersa prima che Afrodite K scoperchiasse il vaso di Pandora.
  • Oltre tutto questo, gran parte delle partite iva devono sorbirsi pure una sequenza infinita di stereotipi sul rapporto tra malattia e lavoro autonomo.
E quindi? Beh, auguroni davvero. Fatti forza. Io ho la mia storia e sto facendo il mio viaggio che è davvero incredibile. Tu individua la tua di strada. E percorrila, qualsiasi essa sia, se è la tua, sarà un successo.

2 commenti:

  1. Se può essere utile vorrei dare un aggiornamento in data maggio 2019. Mi hanno dato l'invalidità al 100% e ho fatto richiesta per ricevere assegno di invalidità civile tramite patronato. Il limite del reddito per un lavoratore autonomo è di € 16500 c.a. e non vale quello dell'anno precedente bensì il reddito presunto per l'anno in corso.

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  2. Articolo utile e commento qui sopra fondamentale. Come lavoratrice partita IVA autonoma con K, ci devo assolutamente provare, visto il futuro che mi attende. Grazie a tutti.

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