martedì 29 aprile 2014

Le cicatrici sono disdicevoli e fanno perdere gli amici su facebook

Argomento caldo, caldissimo in questo periodo. Il corpo femminile imperfetto che si mostra scatena fautori e detrattori. Afrodite K continua a informare e sensibilizzare sulla questione: scandalo se una donna operata al seno si mostra. Lo continua a fare fermamente convinta che la questione sia negli occhi di chi guarda e non nello stimolo in sè. Ergo.....interrogarsi su quali sono le proprie reazioni di fronte a certe immagini (donne, uomini, malate o meno, operate o meno) è un ottimo modo di conoscere meglio se stessi. La giovane australiana della foto, per esempio, porta avanti la sua battaglia contro il cancro ma viene insultata su Facebook e le sue foto segnalate al social network.

Beth Whaanga, è una mamma di 32 anni, a cui l'anno scorso è stato diagnosticato un cancro al seno. La donna ha subito una doppia mastectomia e una ricostruzione chirurgica dei due seni. Dopo gli interventi ha deciso di non nascondere il suo corpo e le cicatrici del cancro mostrandole su Facebook per sensibilizzare le donne e per portare avanti una campagna di prevenzione e cura.  Le immagini sono però state segnalate e considerate a sfondo sessuale e offensive dai suoi amici sul social. L'accusa è stata di essere troppo esplicita nei contenuti e che le immagini avrebbero urtato la sensibilità degli utenti, in particolar modo dei bambini. Il cancro di Beth è della stessa natura di quello avuto da Angelina Jolie, quindi con un carattere ereditario e genetico. «La mia intenzione è solo di sensibilizzare le donne sull'argomento», ha detto la donna, «Le mie foto non hanno alcun riferimento sessuale, sono le immagini di un corpo segnato dalla malattia». Ha poi concluso al Daily Mail dicendo che non è sua intenzione rimuoverle e che porterà avanti la sua battaglia. Fonte leggo.it

Afrodite K ha fatto una ricerca fotografica nel web trasformata in video con immagini relative alle donne operate al seno che si mostrano a petto nudo. In Italia si trova pochino, all'estero invece moltissimo. E non mi dite che questo è un caso e non c'entra niente con gli aspetti culturali...... La questione non è se sia meglio mostrare alcuni tipi di immagine o altri. La questione è che la problematica cancro al seno è complessa, le donne diverse, le scelte anche, quindi, perchè non mostrare questa varietà invece di stereotipare tutto dietro a donne bellissime e perfette che mostrano fiocchetti rosa?

In Italia una senologa "illuminata" di Pavia cerca di offrire utili spunti di riflessione alle nostre donne:
"Il seno fa scandalo solo se ferito" di Alberta Ferrari. Afrodite K consiglia di leggere il suo post.

4 commenti:

  1. Avrei delle perplessità.
    Se da una parte condivido lo spirito dell'iniziativa, dall'altra qualche domanda me la porrei.
    Come si reagirebbe se gli operati alle emorroidi o gli operati di fimosi adottassero la stessa strategia?
    E dove sta il confine tra il mio non voler espormi ad un determinato stimolo ed il venir esposto mio malgrado?
    Sinceramente non condivido l'esposizione su facebook, dato che anche chi non è in grado di gestire quelle immagini potrebbe esserne turbato.
    Ci sono tante cose che sono di comune esperienza, ma questo non vuol dire che la si debba per forza vivere in gruppo o sotto gli occhi di tutti.
    Un conto è che ci sia un link che mi porta ad un certo contenuto, ed un conto è forzare gli altri a fare una determinata cosa.
    Ripeto, lodevole l'iniziativa, ma discutibile il metodo.

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  2. Il tasto che tocca Fernando è molto sensato e di vecchia data, prescinde dal tema del tumore al seno in realtà e solleva quello della libertà personale e della libertà altrui. Lo si potrebbe applicare a molte altre cose, dal topless al mare, alle effusioni pubbliche e via andare....Tenendo conto che su Facebook vengono condivise immagini ben più deprecabili, sinceramente non mi viene da discutere queste che almeno hanno anche una funzione sociale.....

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  3. Anche io ho visto le immagini. Sono arrivato fino ad un certo punto.
    Quel punto era la terza immagine che ricordava la ferita di mia madre.
    Da orfano di madre operata al seno, e da psiconcologo, sono arrivato fino alla terza di quel tipo (svuotamento concavo). Gli altri tipi di ferita li tolleravo, anche perchè capita che il paziente faccia vedere le proprie ferite.

    Un conto, penso, è far fare un'esperienza costruttiva, umana ed emotiva.
    Un conto mostrare, esibire, a chi non vuole, e magari suscitare terrore, panico.

    Esporre all'improvviso ed imporre la propria immagine sembra più una metafora della diagnosi: ti espongo a qualcosa che fa paura quando meno te lo aspetti e ti obbligo a farci i conti.

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  4. Confermi esattamente quello che ho premesso. Non sono le immagini di per sè, ma gli occhiali con cui ognuno di noi li guarda, che fanno la loro differenza e danno le relative reazioni. Queste immegini ci dicono cose di noi, molto più di quanto dicano in se stesse. Ti posso assicurare che per molte donne sono bellissime e sono un'esperienza, come dici tu, costruttuva umana ed emotiva. E allora dov'è la verità? Ovviamente da nessuna parte e tanto meno non è nelle immagini. Queste immagini vogliono essere solo un'altra voce da aggiungere e non sostituire, aggiungere, alle altre immagini che girano di donne bellissime, magari anche famose piene di fiocchetti rosa e di unghie laccate, di rosa, perfette. Beh la bellezza non è solo nella perfezione, può essere anche nell'assimetria...Nessuno è obbligato a guardarle, tu hai interrotto benissimo. Ma a questo punto il problema non è nell'immagine, ma nel perchè si prosegue o meno la vista e nella reazione che ci dà.

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