In Italia non si scrive mai abbastanza su questo tema ed Afrodite K lo sa. Ecco perchè ci tengo via via a ricordare cosa tutti noi rischiamo quotidianamente (e non soltanto durante il periodo dell'Ottobre Rosa e delle Campagne Nastro Rosa). E' così facile credere di contribuire alla ricerca sul cancro al seno, alla prevenzione, alla filantropia mentre in realtà in alcuni casi addirittura rischiamo di incrementare il rischio di contrarre la malattia. Pazzesco, no?! Ecco le riflessioni della famosa organizzazione statunitense Breast Cancer Action sul pinkwashing e le domande utili da farsi per capire se ci siamo immersi fino al collo.
Afrodite K ha già scritto sul fenome del pinkwashing. Quella che segue è la traduzione ed adattamento di una pagina scritta da Breast Cancer Action sull'argomento (Fonte).
Prima di acquistare Rosa
Il termine PINKWASHING è stato coniato da Breast Cancer Action come parte integrante delle iniziative che invitavano a riflettere prima di partecipare alla campagne rosa. Il termine indica una società o organizzazione che pretende di preoccuparsi del cancro al seno attraverso la promozione di un prodotto "rosa", ma allo stesso tempo produce o vende prodotti che sono collegati alla malattia ed al rischio di contrarla.
DOMANDE critiche da porsi prima di acquistare i prodotti "pink"
Il termine PINKWASHING è stato coniato da Breast Cancer Action come parte integrante delle iniziative che invitavano a riflettere prima di partecipare alla campagne rosa. Il termine indica una società o organizzazione che pretende di preoccuparsi del cancro al seno attraverso la promozione di un prodotto "rosa", ma allo stesso tempo produce o vende prodotti che sono collegati alla malattia ed al rischio di contrarla.
DOMANDE critiche da porsi prima di acquistare i prodotti "pink"
Tutti i soldi raccolti con questo acquisto vanno a sostenere i programmi per la prevenzione del cancro al seno? Se no, quanto viene devoluto precisamente?
Qualsiasi azienda può mettere un nastro rosa sui suoi prodotti. Il simbolo nastro rosa ampiamente riconosciuto non è regolato da alcuna agenzia e non significa necessariamente che combatte efficacemente l'epidemia del cancro al seno. Alcuni nastri rosa posti su prodotti vogliono semplicemente comunicare che sono "salutari" e non contribuiscono al cancro al seno, come ad esempio una serie di prodotti per la salute e la bellezza naturale. Altri prodotti hanno un nastro rosa per indicare che l'azienda sostiene i programmi di cancro al seno, anche se i fondi donati dall'azienda non sono legati agli acquisti del prodotto specifico che porta il nastro. Altre aziende ancora devolvono una parte del denaro raccolto con l'acquisto di quei prodotti. Quanti dei soldi dei nostri acquisti andranno a sostenere effettivamente i programmi di prevenzione del cancro al seno? In caso contrario, prendere in considerazione di donare direttamente all'organizzazione di vostra scelta.
Esempio: Nel 2010, la società di scarpe Dansko vendeva zoccoli rosa. I consumatori probabilmente pensavano che una parte del loro acquisto sarebbe andato ad un programma per la prevenzione de cancro al seno. L'acquisto degli zoccoli invece non era collegato ad una donazione della Dansko ma piuttosto l'azienda aveva già deciso di devolvere $ 25.000 a Susan G. Komen for the Cure. In realtà quindi era irrilevante che le persone acquistassero o meno gli zoccoli rosa, la donazione sarebbe stata la stessa.
Qualsiasi azienda può mettere un nastro rosa sui suoi prodotti. Il simbolo nastro rosa ampiamente riconosciuto non è regolato da alcuna agenzia e non significa necessariamente che combatte efficacemente l'epidemia del cancro al seno. Alcuni nastri rosa posti su prodotti vogliono semplicemente comunicare che sono "salutari" e non contribuiscono al cancro al seno, come ad esempio una serie di prodotti per la salute e la bellezza naturale. Altri prodotti hanno un nastro rosa per indicare che l'azienda sostiene i programmi di cancro al seno, anche se i fondi donati dall'azienda non sono legati agli acquisti del prodotto specifico che porta il nastro. Altre aziende ancora devolvono una parte del denaro raccolto con l'acquisto di quei prodotti. Quanti dei soldi dei nostri acquisti andranno a sostenere effettivamente i programmi di prevenzione del cancro al seno? In caso contrario, prendere in considerazione di donare direttamente all'organizzazione di vostra scelta.
Esempio: Nel 2010, la società di scarpe Dansko vendeva zoccoli rosa. I consumatori probabilmente pensavano che una parte del loro acquisto sarebbe andato ad un programma per la prevenzione de cancro al seno. L'acquisto degli zoccoli invece non era collegato ad una donazione della Dansko ma piuttosto l'azienda aveva già deciso di devolvere $ 25.000 a Susan G. Komen for the Cure. In realtà quindi era irrilevante che le persone acquistassero o meno gli zoccoli rosa, la donazione sarebbe stata la stessa.
Quale organizzazione riceverà il denaro? Cosa verrà fatto con i soldi raccolti? Ciò che verrà fatto contribuisce effettivamente ad invertire la tendenza dell'epidemia di cancro al seno?
Molte aziende che vendono prodotti rosa e donano una percentuale per ogni vendita ai programmi per la prevenzione del cancro al seno non indicano quale delle tante organizzazioni diverse impegnate nel combattere il cancro al seno beneficerà della donazione. Inoltre, tutto si basa sulla fiducia del consumatore che queste organizzazioni siano impegnate in azioni che effettivamente sono significative e fanno la grande differenza sulla lotta contro il cancro al seno. Se il denaro va ad aspetti di "servizio", sta veramente raggiungendo le persone che ne hanno più bisogno? Per esempio con programmi di screening in modo che le donne possano ricevere una diagnosi precoce? Con programmi di consapevolezza sul cancro al seno che affrontino il fatto che sappiamo già che il cancro al seno è un problema e che l'azione necessaria è porre fine all'epidemia? Questi soldi contribuiscono ad affrontare veramente le cause che producono questa epidemia (come le disuguaglianze sociali che portano le donne di colore e le donne povere a morire più spesso di cancro al seno, o le tossine ambientali che stanno contribuendo ad alti tassi di cancro al seno)? Prima di donare, visita il sito web l'organizzazione destinataria dei fondi per assicurarti che la sua missione e le attività siano in linea con i tuoi valori personali. Se non è spiegato e non capisci nel dettaglio cosa fa quell'organizzazione con i tuoi soldi, sii pronto a riconsiderare l'acquisto.
Esempio: nel carillon pubblicizzato dal suo creatore, The Bradford Exchange, è dichiarato: "Una parte dei proventi di questo carillon sarà devoluto per la lotta contro il cancro al seno". Non è chiaro a quale organizzazione andranno i soldi, quanti soldi saranno devoluti, per quali programmi o azioni saranno utilizzati.
C'è un tetto massimo di denaro che l'impresa donerà? Il tetto è già stato raggiunto? Viene detto?
Alcune aziende che indicano che una parte dei proventi derivanti dalla vendita di un particolare prodotto nastro rosa andrà a sostenere i programmi sul cancro al seno pongono "tetto" arbitrario alla loro donazione. Una volta che l'importo massimo è stato raggiunto, l'azienda può continuare a vendere il prodotto con il nastro rosa senza avvisare i clienti che i fondi aggiuntivi raccolti non andranno alla causa del cancro al seno. Ciò significa che con il proprio acquisto non si sta più contribuendo alla lotta per debellare il cancro al seno, ma incrementiamo solo i fatturati e l'immagine dell'azienda.
ESEMPIO: Nel 2010 la Reebok commercializzò una linea rosa con calzature ed abbigliamento che andavano da $50 a $100. Anche se fu fortemente promosso che parte delle vendite rosa sarebbero state donate alla fondazione Avon Breast Cancer Crusade, l'azienda aveva fissato un limite di 750.000$, indipendentemente dal numero di prodotti venduti. Nessuna comunicazione veniva data ai consumatori rispetto al raggiungimento del tetto stabilito.
Alcune aziende che indicano che una parte dei proventi derivanti dalla vendita di un particolare prodotto nastro rosa andrà a sostenere i programmi sul cancro al seno pongono "tetto" arbitrario alla loro donazione. Una volta che l'importo massimo è stato raggiunto, l'azienda può continuare a vendere il prodotto con il nastro rosa senza avvisare i clienti che i fondi aggiuntivi raccolti non andranno alla causa del cancro al seno. Ciò significa che con il proprio acquisto non si sta più contribuendo alla lotta per debellare il cancro al seno, ma incrementiamo solo i fatturati e l'immagine dell'azienda.
ESEMPIO: Nel 2010 la Reebok commercializzò una linea rosa con calzature ed abbigliamento che andavano da $50 a $100. Anche se fu fortemente promosso che parte delle vendite rosa sarebbero state donate alla fondazione Avon Breast Cancer Crusade, l'azienda aveva fissato un limite di 750.000$, indipendentemente dal numero di prodotti venduti. Nessuna comunicazione veniva data ai consumatori rispetto al raggiungimento del tetto stabilito.
Il tuo acquisto espone te o qualcuno che ami al contatto con tossine legate al rischio di contrarre il cancro al seno? Cosa sta facendo l'azienda per garantire che i suoi prodotti non contribuiscano ad incrementare l'epidemia del cancro al seno?
Molte aziende vendono prodotti rosa che sono collegati ad un aumento del rischio di cancro al seno. Le aziende che traggono profitto dalla costruzione di una reputazione basata sulla lotta contro il cancro al seno hanno la responsabilità di proteggere il pubblico da eventuali danni quando la ricerca scientifica indica che vi sono rischi o ragioni plausibili di pericolo. Molte aziende che vendono prodotti rosa sono note società di cosmetici che continuano a commercializzare prodotti contenenti sostanze chimiche legate al rischio di contrarre il cancro al seno. Anche note aziende automobilistiche impegnate nelle campagne Nastro Rosa vendono auto che emettono inquinanti atmosferici tossici legati all'aumento di casi di cancro al seno. Considera tutto questo quando decidi di acquistare i tuoi prodotti "rosa".
ESEMPIO: Nel 2011, Susan G. Komen for the Cure ha commissionato un profumo chiamato Promise me contenente sostanze chimiche considerate pericolose, non adeguatamente valutate per la sicurezza delle persone, che hanno dimostrato effetti negativi sulla salute. La Komen stessa ha dichiarato che avrebbe rivisto le future versioni del profumo. Purtroppo senza l'adozione ufficiale del principio di precauzione, non vi è alcuna garanzia che le future versioni siano migliori.
Se avete dei dubbi circa il vostro acquisto rosa:
- Pensate alle precedenti domande prima di spendere i vostri soldi su oggetti in rosa.
- Leggete la vera storia che sta dietro al nastro rosa
- Siate consapevoli del marketing del cancro al seno
- Scrivete all'azienda chiedendole di essere trasparente sulle sue donazioni.
- Considerate la possibilità di non donare alle aziende ma direttamente ad un'organizzazione impegnata nella lotta contro il cancro al seno che mette in atto azioni significative per il contrasto di questa epidemia.
Un immenso grazie da parte di Afrodite K e delle donne italiane a Breast Cancer Action per l'incredibile ed incessante opera di informazione e azione concreta che da 25 anni mette in campo.
Se vuoi sostenere BCA ecco come fare una donazione.
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