sabato 8 novembre 2014

L'importanza della disobbedienza: come è nata la mia battaglia per i lavoratori autonomi

Che quello che iniziai a fare 1 anno fa avesse qualcosa di "speciale", era una sensazione che avvertivo già da un pò di tempo. Che avessi trasformato qualcosa di piccolo e specifico (il mio cancro al seno e tutte le conseguenze successive) in qualcosa di più ampio ed impattante su molte persone, mi era chiaro. Che tutta la battaglia che sto portando avanti per la tutela dei lavoratori autonomi e delle partite iva che si ammalano gravemente trascende la mia persona è noto ormai a tutti. Quando mi è capitato però di imbattermi in questa videointervista fatta a Igor Sibaldi proprio sul tema della "disobbedienza", tutta la mia incredibile avventura ha assunto caratteristiche e contorni ancora più precisi.


Cominciamo a raccontare, per chi non lo conoscesse, chi è Igor Sibaldi.
Si tratta di uno scrittore e saggista italiano nato da madre russa e padre italiano. E' uno studioso di teologia e storia delle religioni nonchè autore di opere sulle Sacre Scritture e sullo sciamanesimo (oltre che di opere di narrativa e teatro). Lo avevo incontrato moltissimi anni fa leggendo il suo libro "Il codice segreto del Vangelo" che mi aveva affascinato non poco.

Recentemente mi sono casualmente imbattuta in un'intervista del 14 febbraio del 2012 che gli è stata fatta dalla giornalista Stefania Cubello sul tema della disobbedienza di cui presento un estratto.

Guardatelo ed ascoltatelo, è davvero molto interessante. Fa riflettere moltissimo.
Per me è stato davvero molto illuminante rispetto alla battaglia che sto portando avanti per una malattia dignitosa anche per il popolo delle partite iva.
Mi ha fatto capire ancora meglio il senso e lo scopo di tutto ciò che mi sta accadendo e che faccio accadere.
Mi ha chiarito dove ho trovato quel coraggio, di cui molti si stupiscono, per decidere di iniziare il mio sciopero contributivo.
Fa capire dove cavolo trovo tutta l'energia che ci vuole (e ce ne vuole davvero tanta visto che contemporaneamente mi devo occupare anche della mia salute) per ottenere i risultati che via via Afrodite K consegue.
Spiega molto bene il perchè continuo ad andare avanti nonostante spesso il mondo intorno mi guardi come una povera illusa che spera ingenuamente di poter cambiare qualcosa in questa società.

Questo è l'estratto del VIDEO e di seguito trovate le parole di Sibaldi che ho trascritto perchè sono davvero troppo belle:

Siamo addestrati a guardare il mondo in base al dovere. Da piccoli c'hanno sempre detto "Tu non hai fame ma devi mangiare", "Non hai voglia di alzarti ma devi alzarti" e da adulti ad un certo punto abbiamo cominciato a dire "devo, devo, devo" senza accorgerci che ogni devo che diciamo a noi stessi è una specie di lifting del pensiero. Il lifting si fa quando uno vede che la sua faccia non è come deve essere, allora la modifica attraverso un'operazione chirurgica. E che cosa ottiene dopo? ottiene che la faccia di prima non ce l'avrà mai più, la perde per sempre. Ecco, la stessa cosa accade con il nostro pensiero quando noi usiamo il devo invece dell'essere. Invece di accorgerci di quello che c'è intorno noi siamo spinti dall'ansia del deve essere in un certo modo, devo pensare una certa cosa anche indipendentemente da quello che pensano gli altri, ormai è un sistema automatico. Quando una persona si chiede io che cosa voglio, le prime 20/30 risposte sono quello che io devo volere, per essere al'altezza delle situazioni, per non restare dietro agli altri, perchè gli avevano detto che bisogna volere queste cose qui. Invece il semplice essere, accorgersi della realtà è debolissimo.
Disobbedienza vuol dire recuperare questo tipo di dimensione. E' difficilissimo, perchè è una delle cose più semplici che ci siano e noi siamo talmente abituati alle cose complicate che quello che è più semplice per noi è difficile se non impossibile.
Naturalmente poi questo tipo di disobbedienza implica un atteggiamento dell'uomo verso la società che è problematico, sicuramente, perchè se uno comincia a ragionare in questi termini, in base a quello che uno vuole davvero e non in base a quello che deve volere, non obbedisce più. Non obbedisce più nemmeno a quello che ha intorno come realtà principale, cioè tutta una serie di situazioni che lo vogliono dominare: dai politici alla morale.....
Praticare questo tipo di disobbedienza non è un fatto privato, non è come la meditazione, non è come la preghiera. E' un atto individuale rivoluzionario. Per poter praticare questo tipo di disobbedienza una persona si accorge di essere un elemento talmente innovativo della realtà, che la realtà deve cambiargli intorno. Solo che, per una persona obbediente, integrata, il problema è una sciagura perchè vacillano le base che uno ha accettato di mettere nella sua vita (il problema è quello che mette in discussione le basi). Per una persona che invece ha cominciato un pò a disobbedire, il problema è una festa. Perchè problema cosa vuol dire: questa situazione mi causa sofferenza (ci vuole coraggio anche solo per accorgersi che mi causa sofferenza). Una volta che mi sono accorto che mi causa sofferenza, perchè questa situazione mi causa sofferenza? Non perchè io non mi sono adeguato abbastanza, come penserebbe l'obbediente, ma perchè questa situazione per me problematica, è troppo piccola per me. E' come quando a 13 anni ci siamo accorti che le scarpe sono troppo strette. E allora, quando una persona affronta i problemi in questo modo, ogni problema è una crescita, è il segnale di una crescita che è avvenuta, quindi è veramente un'occasione di gioia. Finalmente ho un problema! Finalmente scopro che qualcosa nella mia vita non va bene! Magnifico! Perchè quello che ho intorno è troppo poco per me, devo crescere e cambiare. Non vedevo l'ora! E questo è un tipo di disobbedienza che mi interessa molto. Svegliarsi una mattina e dire "Ho sbagliato proprio TUTTO, ho torto su tutta la linea". Per una persona obbediente è un disastro, per una persona disobbediente è la più grande fortuna che possa succedere.
Gli altri, quelli che abbiamo intorno a noi, hanno una descrizione della realtà e concordano su questa descrizione. Loro pensano che lo Stato sia questa cosa, che la politica sia questa cosa, che le macchine servano a questo e quest'altro, che i soldi.., le vacanze.. e tutto il resto. Tutto quanto torna in questa descrizione. Ognuno di noi è l'originale di questa descrizione. ognuno di noi è un mondo intero che loro descrivono a quel modo ma che noi siamo.
Quando una persona si accorge di questo ha 3 possibilità.
Prima possibilità. Io sono un mondo intero ma loro hanno la descrizione del mondo e sono tanti. Io ho paura di questi tanti per cui mi adeguo alla loro descrizione.
Seconda possibilità. Io sono un mondo intero, loro hanno la descrizione del mondo, non mi capiranno mai, allora mi tengo per me il mio mondo. Non è che vado sull'Himalaya a meditare, però io tengo il mio mondo quando sono da solo e quando sono con gli altri, mi adeguo.
Terza possibilità. Loro, gli altri, hanno la descrizione, io sono l'originale di questa descrizione, non possiamo andare d'accordo, voglio che loro tengano conto di me. E cominciano, naturalmente, i problemi.
Questo si può applicare ad un sacco di situazioni naturalmente. Tutte le volte che ci capita qualcosa che ci terrorizza, che ci spaventa, ci sgomenta oppure tutte le volte che immaginiamo qualcosa che ci terrorizza, spaventa, sgomenta, vediamo questo qualcosa con gli occhi degli altri. Se smettiamo di vederlo con gli occhi degli altri, cessa di essere così sgomentante.



1 commento:

  1. Mia cara io ho fatto il tuo stesso percorso di malattia. Ti sostengo molto volentieri. Il mio account Twitter è @elisabettafaval

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