lunedì 19 maggio 2014

L'orto contro il cancro: terapia alternativa tra simbolismi, gioia e meditazione

Quando mi sono ammalata, nel bel mezzo dell'estate 2013, rimanendo anche sola perché il mio compagno si era smaterializzato ed era partito per le sue vacanze, l'orto che fino ad allora avevamo mandato avanti insieme, iniziò a morire. Amavo quell'orto da matti e vederlo piano piano appassire non solo era per me un dolore tremendo ma, dal punto di vista simbolico, con un tumore addosso, diventava carico di oscuri presagi.....


In estate un orto ha bisogno di molte cure, nutrimento con frequenti innaffiature ed accudimento per liberarlo da erbacce ed infestanti vari. Io ero presa da ben altro tra intervento chirurgico per la mastectomia, esami vari, complicazioni postichirurgiche alla spalla, l'impossibilità di fare sforzi o anche solo di rischiare il taglio o la puntura di un insetto.
Ero veramente depressa e sentivo che dovevo assolutamente correre ai ripari perché quell'orto doveva sopravvivere.
Usando i social network mi sono messa così in cerca di un partner per poter mettere su un "orto condiviso" e dopo un po', tramite conoscenze in comune è apparso il mitico Silvano superpensionato principesco che invece di avere cavallo, tutina azzurra e spada si è presentato con carriola, tuta da lavoro, vanga e olio di gomito.
E' nato qualcosa di bello, uno scambio reciproco. Lui cercava una terra da comprare per farci l'orto, io volevo che il mio non morisse e rinascesse a nuova vita come me.
Adesso l'orto non solo non è morto, ma sembra un giardino zen. Silvano è bravissimo ed esperto, sa dove mettere le mani e nonostante le stagioni ormai impazzite con periodiche alluvioni che si alternano a grandinate assassine e siccità persistente, parassiti vecchi e nuovi, insomma l'orto sopravvive comunque e va avanti alla grande.
Per me è fonte di gioia infinita, soprattutto in in primavera/estate con l'arrivo delle lucciole, le rondini che non smettono mai di fare casino, le piantine che continuano a crescere. Anche solo guardarlo mi scalda dentro. E poi leva qualche erbaccia là, annaffia qua, controlla laggiù, è tutta felicità verde che trabocca.
Certo, non sono tutte rose e fiori, l'orto è fatica (e quella se la becca tutta il Silvano) e pure delusioni e strategie di problem solving (c'è pure da arginare l'imprevedibilità della natura e l'attacco dei parassiti), ma l'amore per l'orto è qualcosa che ce l'hai o non ce l'hai. Io ce l'ho, Silvano non ne parliamo...

Guarda che bellezza: le foto dell'orto.

Suggerisco a tutti gli amanti dell'orto e della vita semplice il video fichissimo della canzone cantata da Ragazzo Semplice intitolata L'orto. E' esattamente quello che l'orto è per me ed il mio tumore. Forse se l'ascolto parecchio magari le eventuali cellule malintenzionate ancora in giro si convincono che ci sono altri modi di crescere senza fare male a nessuno.

PS Per i malatini che non avessero la possibilità di portare avanti un orto consiglio la terapia dei germogli. Far germogliare i semini, bagnarli ogni giorno, prendersene cura fino a veder spuntare il germoglietto ed infine la fogliolina verde in cima è impagabile e lascerà di stucco pure il vostro tumore....

1 commento:

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