mercoledì 11 novembre 2015

Lavoratori autonomi e malattia: la situazione degli agenti di commercio

I lavoratori autonomi sono tanti, milioni di milioni e gli agenti di commercio sono tra questi. Ebbene sì, anche loro si ammalano. E quando succede sono dolori nonostante versino ben 2 contributi pensionistici e previdenziali (Inps + Enasarco). Becchi e bastonati insomma....

Le seguenti riflessioni sono tratte dall'articolo di Giovanni di Pietro del Sindacato Agenti di Commercio Usarci-Larac
Gli agenti di commercio, pur versando, obbligatoriamente ben due contributi pensionistici ed assistenziali (INPS ed ENASARCO) sovente si trovano nella condizione di perdere il lavoro a causa della malattia senza poter accedere ad alcuna forma di assitenza ma, nel contempo , pregiudicano  ulteriormente il diritto alla pensione per perdita di occupazione o riduzione di guadagno. Accade sempre più sovente che una malattia od un infortunio, possano compromettere  il lavoro o perderlo completamente e ciò senza avere alcun sostentamento sia per le cure che per la stessa sopravvivenza.Migliaia di lavoratori autonomi si trovano annualmente a dover combattere con un tumore, una grave malattia  o con un infortunio, e per questo si sono ritrovano con il lavoro sospeso, o addirittura disdettati, senza avere più alcun sostentamento e nessun riconoscimento pensionistico in quanto l'invalidità riconosciuta se inferiore al 67 % non dà diritto alla pensione . Vi è ulteriormente da considerare che i casi in cui poi l'Enasarco non riconosca la pensione a persone sulla sedia a rotelle o affetti da tumore dove l'Inps ha già riconosciuto l'invalidità al 100 % sono sempre maggiori .
In tutto ciò assistiamo ad un'altra stortura;  per aver diritto alla pensione di invalidità sia l'INPS che l'ENASARCO, prevedono che il lavoratore debba avere almeno tre anni di versamenti nell'ultimo quinquennio. Una aberrazione. Accade quindi che per un incidente, un infortunio o malattia,  ci si ritrovi senza lavoro pur non raggiungendo il 67 % di invalidità ( minimo per ottenere la pensione) e quindi il lavoratore resta senza alcun sostentamento e,  se successivamente questo lavoratore subisce un aggravamento delle condizioni di salute, e nel frattempo sono trascorsi due anni ed un giorno dalla data di cessazione del lavoro, non si ha diritto alla pensione Enasarco e neanche a quella dell'Inps perché le norme prevedono come già detto, che vi siano almeno tre anni di contributi nell’ultimo quinquennio.
Occorre che le parti sociali prendano atto di questa situazione ormai insostenibile e facciano pressione sia verso l'ENASARCO, sia verso la politica affinchè si attivi a porre rimedio a queste storture, anche in applicazione della Risoluzione del Parlamento Europeo del 14 gennaio 2014 sulla protezione sociale per tutti, compresi i lavoratori autonomi.

Afrodite K ha poi scoperto che....

secondo l’articolo 1747 del Codice Civile l’agente che non è in grado di eseguire l’incarico affidatogli deve dare immediato avviso al preponente. […] Infatti l’omissione della comunicazione legittima la richiesta da parte della casa mandante di risolvere il contratto e di ottenere il risarcimento dei danni. Durante il periodo in cui l’agente non è in grado di svolgere le sue funzioni il rapporto di lavoro resta sospeso e la casa mandante ha diritto a nominare un sostituto, che si avvarrà dell’organizzazione dell’agente (l’agente titolare deve, nonostante l’impedimento, garantire assistenza all’agente incaricato). Le provvigioni maturate dal sostituto o dall’incaricato della casa mandante (a meno di accordi diversi tra le parti) non competono all’agente impedito. Durante il periodo di sospensione non è consentito alla casa mandante di sciogliere il rapporto di lavoro con l’agente (salvo il caso in cui questa sia la volontà comune delle parti). Secondo gli accordi economici collettivi (AEC) i termini massimi di sospensione sono fissati in sei mesi. Inoltre, sempre secondo gli AEC, la casa mandante è obbligata a stipulare presso l’Enasarco, a proprie spese, una polizza assicurativa per infortuni e ricoveri ospedalieri in favore degli agenti persone fisiche o soci di società di persone.
Ogni Agente di Commercio, in virtù dell'iscrizione all'Enasarco, può beneficiare di una polizza assicurativa che copre i seguenti casi: malattia, infortunio, decesso a seguito di infortunio, invalidità a seguito di infortunio, grandi interventi chirurgici a seguito di infortunio o malattia, parto.

Afrodite K aveva già pubblicato la triste storia di un agente di commercio raccontata dalla moglie.
Questa invece è la video-storia di un agente di moda che dopo 30 anni di contributi ed una malattia invalidante non può andare in pensione a causa della legge 222/84.
Stessa condizione è toccata a Gaspare Grelli, un agente di commercio di Tortoreto (TE), che per motivi di salute, ha dovuto abbandonare l`attività e chiudere la partita Iva. Grelli, con 19 anni di lavoro e migliaia di euro versati, si è visto respingere da parte dell`Enasarco la possibilità di effettuare i versamenti volontari, e quindi di chiedere la pensione integrativa, perché la richiesta di contribuzione volontaria non era stata presentata entro due anni, a decorrere dal primo gennaio successivo, dalla cessazione dell`attività. La storia di Grelli è simile a quella di oltre 500.000 contribuenti silenti, lavoratori che hanno versato contributi previdenziali all`Enasarco, ma che non hanno diritto a nessuna pensione integrativa per mancanza dei requisiti minimi. Questo avviene perché, da regolamento Enasarco, al fine di ottenere il diritto alla pensione occorrono minimo 20 anni di contribuzione previdenziale, che possono essere integrati con i versamenti volontari. Accade di frequente però che, dopo avere chiuso la partita Iva senza avere raggiunto i requisiti minimi, un agente non sia in condizioni di versare nell`immediato un importo medio di 500 euro al mese per 5, l0 o addirittura 15 anni di contribuzione volontaria. Disponibilità che potrebbe invece verificarsi dopo 3 o 4 anni dall`interruzione dell`attività, ma che a quel punto non è più possibile utilizzare per effettuare i versamenti volontari, poiché i termini di prescrizione lo impediscono». Ecco il caso Grelli su RAI1.

Insomma non si può dire che che gli agenti di commercio se la passino proprio benissimo in caso di malattia grave......

6 commenti:

  1. In un paese civile come si può accettare una cosa simile senza una reazione a catena di tutti gli agenti di commercio? Ci vorrebbe una invasione ad ogni sede enasarco

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  2. basta "bisogna riunire il comitato e fare in modo che cambiamo la legge ho 35 anni di contributi versati invalido del 67 % ma non mi riconoscono la pensione

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  3. ente che non tutela i propri iscritti ma pensa solo ha incassare i soldi ,io con invalidita al 35 per cento mi hanno risposto picche ,vergogna ,pensano solo ad allungare i reguisiti per la pensione ,

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  4. Ma solamente se sei costretto a casa una settimana per una pesante influenza.

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  5. e veramente assurdo che capita cose del genere ,bisogna riunire informazioni e intervenire subito in enasarco

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  6. Sono un agente dal 1980 e l'azienda mandante dopo il terzo
    infarto mi ha disdettato. A 58 anni con uno stato di salute precario e pur avendo dato tutto al mio lavoro, sono anche un invalido disoccupato.

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