Sono passati ormai oltre 2 anni dalla data in cui ufficialmente Afrodite K ha lanciato la Petizione "Diritti ed assistenza per i lavoratori autonomi che si ammalano" (anche se già con l'apertura di questo Blog e con l'inizio dello sciopero contributivo si era creato il terreno fertile per avviarla). Ormai la Petizione, le azioni intraprese, la risposta che le amministrazioni locali stanno dando all'appello di Afrodite K per un pressing al Governo centrale, i termini della questione, sono tutti già decisamente noti sia ai media che alle istituzioni (che fanno finta di nulla). Nonostante questo è essenziale capire meglio perchè questa battaglia sia così maledettamente importante e simbolica.
- MAI PIU' INVISIBILI. Uno dei problemi principali che i lavoratori autonomi hanno è quello di risultare "invisibili" tanto da essere estromessi dalle politiche del lavoro che privilegiano costantemente i lavoratori dipendenti. Questa battaglia urla a gran voce "Esistiamo e ci ammaliamo pure!!"
- RISCHIO IMPRENDITORIALE. L'equazione lavoratore autonomo = rischio imprenditoriale ergo.... mancanza di diritti va assolutamente scardinata o quanto meno lo Stato deve decidersi, se gli autonomi non hanno diritti allora non hanno nemmeno doveri. Siamo imprenditori a tutto tondo (pure da freelance singoli...)? Ci dobbiamo arrangiare se ci ammaliamo? Bene, allora la contribuzione obbligatoria Inps ce la togliete in modo da permetterci l'auto-determinazione di poter scegliere assicurazioni private.
- NESSUNA INVIDIA. Basta trattarci da piagnoni invidiosi dei lavoratori dipendenti. Non chiediamo di replicare i diritti che i dipendenti hanno in caso di malattia grave e prolungata. Non sarebbero neppure applicabili fino in fondo. Chiediamo solo di esistere e studiare per noi soluzioni che rispettino la Costituzione e la Risoluzione del parlamento Europeo.
- IMPERMANENZA. Lavoro e Salute sono due condizioni estremamente transitorie ed impermanenti. Oggi siamo in una situazione, con determinate caratteristiche, con determinati diritti, domani magari cambia tutto ed improvvisamente. Questa battaglia ricorda a tutti noi la vulnerabilità esistenziale che ci accomuna come sottolinea la Dichiarazione di Barcellona.
- DIRITTI UMANI. Questa battaglia cerca anche di combattere un'equazione pericolosissima che lega i diritti fondamentali (come la salute) al tipo di contratto lavorativo che si ha. Sarebbe come dire che tutelo la salute a seconda dell'orientamento sessuale, della religione e dell'estrazione sociale. Di fronte alla malattia (a maggior ragione se grave e prolungata) siamo TUTTI esseri umani ed il welfare va costruito sulla persona non sul contratto lavorativo.
- NO ALLA GUERRA TRA POVERI. Questo è il forte messaggio che questa battaglia, da sempre, cerca di inviare. Si vuole unire anzichè dividere (non è un caso che così tanti lavoratori dipendenti stiano firmando la petizione): siamo tutti nella stessa barca. Gli unici ad avere l'interesse di fomentare la guerra tra lavoratori dipendenti ed autonomi e tra lavoratori autonomi di differenti tipologie sono proprio coloro che dovrebbero invece occuparsi di presidiare i nostri diritti di fronte alla malattia. Molto più facile far scannare i lavoratori tra di loro che migliorare le leggi ed i servizi, no?
- CITTADINI NON SUDDITI. Questa battaglia, proprio per i meccanismi con cui è nata ed il soggetto da cui è partita, invita tutti i cittadini ad essere attori presenti e propositivi nella società e non semplici sudditi passivi. Se ognuno di noi, nel proprio piccolo, recuperasse dentro di sè la capacità di indignarsi di fronte alle ingiustizie (invece di subirle passivamente o di cercare di sopravvivere individualisticamente ed egoisticamente) e, sempre nel proprio piccolo, provasse a fare qualcosa di concreto, forse il mondo potrebbe davvero essere un posto decente dove vivere.
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