Prosegue la mobilitazione dei comuni italiani e cresce la lista delle amministrazioni locali che sostengono la Petizione
"Diritti ed assistenza per i lavoratori autonomi che si ammalano"
lanciata da Afrodite K. Arriva il primo Comune del Veneto: Povegliano Veneto (VR). Il Sindaco Anna Maria Bigon l'8 aprile 2015 ha presentato in Consiglio Comunale la mozione che è stata approvata all'unanimità impegnando la Giunta ed il Sindaco a farsi
voce presso la Regione Veneto, Parlamento e Governo di questa importante battaglia di civiltà.
Il sindaco Anna Maria Bigon che dichiara «un numero crescente di lavoratori autonomi a causa della crisi economica, in particolare le donne, si trovano al di sotto della soglia della povertà, ma non figurano ufficialmente disoccupati. Inoltre sono storicamente esclusi dagli ammortizzatori sociali applicati invece ai lavoratori dipendenti (cassa integrazione, mobilità) ed ai disoccupati (assegno di disoccupazione)». Per quanto riguarda la malattia, «sussiste una evidente discriminazione», ha aggiunto il sindaco, «tra lavoratori dipendenti e autonomi. I primi possiedono tutta una serie di garanzie diversificate, mentre i secondi devono continuare a lavorare per vivere e curarsi poiché l'Inps non prevede l'indennità di malattia, oppure garanzie irrisorie e insufficienti in caso di patologie serie o prolungate, con diarie giornaliere molto basse».
Maggioranza e minoranze si sono trovate d'accordo e il testo è stato integrato, su richiesta di Marina Guadagnini della Lega Nord, con l'estensione della mozione anche ad altre forme di lavoro autonomo, a piccole società di persone o di capitali e a conduzione familiare.
La mozione impegna sindaco e giunta ad intervenire in Parlamento e alla Regione affinché il Ministero del Lavoro riveda la normativa attuale per una maggior tutela dei lavoratori autonomi. Li impegna inoltre a concordare azioni con le associazioni di categoria e a individuare modalità di intervento.
Il sindaco Anna Maria Bigon che dichiara «un numero crescente di lavoratori autonomi a causa della crisi economica, in particolare le donne, si trovano al di sotto della soglia della povertà, ma non figurano ufficialmente disoccupati. Inoltre sono storicamente esclusi dagli ammortizzatori sociali applicati invece ai lavoratori dipendenti (cassa integrazione, mobilità) ed ai disoccupati (assegno di disoccupazione)». Per quanto riguarda la malattia, «sussiste una evidente discriminazione», ha aggiunto il sindaco, «tra lavoratori dipendenti e autonomi. I primi possiedono tutta una serie di garanzie diversificate, mentre i secondi devono continuare a lavorare per vivere e curarsi poiché l'Inps non prevede l'indennità di malattia, oppure garanzie irrisorie e insufficienti in caso di patologie serie o prolungate, con diarie giornaliere molto basse».
Maggioranza e minoranze si sono trovate d'accordo e il testo è stato integrato, su richiesta di Marina Guadagnini della Lega Nord, con l'estensione della mozione anche ad altre forme di lavoro autonomo, a piccole società di persone o di capitali e a conduzione familiare.
La mozione impegna sindaco e giunta ad intervenire in Parlamento e alla Regione affinché il Ministero del Lavoro riveda la normativa attuale per una maggior tutela dei lavoratori autonomi. Li impegna inoltre a concordare azioni con le associazioni di categoria e a individuare modalità di intervento.
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