martedì 10 settembre 2019

La reale efficacia della terapia ormonale per il cancro al seno


In questi giorni non si contano gli articoli sulla famosa terapia ormonale (che è poi una cura anti-ormonale in effetti) che viene proposta a moltissime donne come standard nel caso di tumore al seno recettivo agli ormoni. Di questa terapia che personalmente ho deciso di non fare (ma questa è scelta MIA, personalissima), Afrodite K ha già scritto assai. Adesso se ne sta parlando almeno con un po' più di onestà intellettuale...


La terapia ormonale è un pilastro nelle cure del cancro al seno, presentata e venduta dagli oncologi come acqua fresca che fresca non è (a detta di moltissime donne che ne lamentano gli effetti, a volte anche devastanti, per la qualità della vita: leggi la testimonianza di Grazia e Simona) e come un'ottima soluzione quasi esatta con statistiche certe (sicuri?).
E invece la terapia ormonale post cancro al seno, che dura dai 5 ai 10 anni, di incognite ne ha e mica poche, tanto che la medicina è costretta ad ammettere che nonostante i ricercatori sottolineino che rimane uno dei trattamenti più efficaci contro le recidive di tumore al seno ... tuttavia, in circa il 30% delle pazienti con tumore al seno positivo ai recettori, il cancro ritorna, a volte anche 20 anni dopo il trattamento. E questo è quanto...

Per approfondire il perché leggi qui:

Salute Seno di Repubblica
Tumore al seno: può formare cellule "dormienti" in risposta alle cure

Healthdesk

Corriere della Sera


PS Ricevo molti messaggi e mail in cui le donne mi chiedono, a distanza di anni (ormai ne son passati oltre 6), se rifarei ciò che ho fatto. Ebbene sì, serenissima e mai pentita di aver rifiutato questa cura. Ma io sono io, e quando le altre donne mi chiedono, spesso direi, consigli sulle terapie e le cure mi guardo bene dal darne. Primo perchè non sono un medico, secondo perché sono scelte assolutamente personali e ognuna deve sentire e trovare la sua strada. Del resto c'è in ballo la vita, nel bene e nel male non conviene metterla totalmente in mano a qualcun altro, no?


5 commenti:

  1. Io ho interrotto la terapia antiormonale dopo quattro anni di fiala e quattro e mezzo di compressa.
    Dopo aver urlato (si urlato) all oncologa che mi rimproverava il rifiuto a continuare, ho smesso.
    Ma da qualche mese,dopo il ritorno del ciclo mestruale,ho molta paura.
    E sento dentro la paura anche di quel rimprovero,come se avessi appunto disobbedito e mi attendesse la punizione.
    Tu come hai superato questo scoglio? Ti sei più confrontata con un oncologo?

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  2. Io non ho mai tentennato dopo la scelta perchè non l'ho fatta d'istinto e improvvisamente dal nulla. Ho prima raccolto informazioni, poi ho ascoltato la MIA voce e poi ho deciso. Dopo un anno un altro oncologo mi ha confessato che non avevo poi fatto una scelta così malsana... mah...

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    1. Grazie. Io non mi sono confrontata ancora con nessun oncologo. Però leggo anche io e spero di vivere ancora a lungo. Il confronto mi aiuta a non sentirmi sola

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  3. Buongiorno a tutti. Dopo una notte insonne intenta a cercare conforto alla mia decisione di non seguire terapie ormonali e radio ho trovato Daniela Afrodite. Per me è la terza avventura - battaglia contro i cosiddetti protocolli. La prima volta nel 2001 quando mi diagnosticarono il cancro al seno destro. Allora era un mostro spaventoso. Chi ne soffriva veniva guardato come se fosse già morto. Infatti non dissi niente al lavoro e continuai come prima senza assenze. Ma subito mi ribellai alla chemio. Cercai alternative. Allora era ancora vivo il prof. Di Bella che avevo conosciuto per averlo intervistato più volte (sono giornalista). Le sue teorie dell'approccio alla malattia mi avevano sempre affascinato. "le cellule tumorali - diceva - sono immortali ma il nostro corpo è ancora primitivo e non le supporta. In futuro forse quando il nostro corpo sarà più evoluto potrebbero paradossalmente essere utili. In realtà queste cellule corrono dove c'è un organo malato e si riproducono come se volessero soccorrerlo. Ma il risultato ora è deleterio perché non siamo pronti dal punto di vista evolutivo". Insomma un approccio completamente diverso al modo di trattare il cancro. Le cellule non vanno attaccate - diceva - ma blandite. Rinforzare le difese immunitarie. Questa è la cosa importante così il corpo sta meglio, gli organi non si intossicano e le cellule tumorali stanno ferme. Col cancro si può convivere. Ma se lo aggredisci ti presenta il conto salato. Ho accettato la Chirurgia conservativa dopo un incontro col prof. Veronesi allora ministro della Sanità. Ma ho sempre rifiutato le cure proposte ormonali e radioterapiche che peraltro venivano definite facoltative. A distanza di dieci anni 2011 e 2019 ho avuto altre manifestazioni cancerogene ma mai recidive. In pratica nuovi tumori che si sviluppano su un terreno mammario evidentemente fertile. Ma anche ora ho deciso di non seguire i protocolli. Penso che ognuno possegga la sua verità anche nella malattia e abbia il diritto di scelta nella cura del proprio corpo. E il corpo lo sa. Alimentazione, vita sana, pensiero libero. Qualche divertente sgarro. Tutto sommato un babau che disturba ogni dieci anni è sopportabile. Grazie Daniela Afrodite.

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  4. Cosa hai fatto allora per curarti nel 2011 e nel 2019?

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