Ormai il mondo del lavoro autonomo è sotto i riflettori. Era ora ed è già un primo passo importante anche in funzione della tutela della malattia. Chiaramente se le partite iva non esistono, non possono neppure ammalarsi. Quindi ok, esistiamo e diciamo che siam contenti di tutto questo movimento compreso il recente Statuto dei lavoratori autonomi su cui il Parlamento inizierà a lavorare. Anche la CGIL sembrerebbe tutta mobilitata a ragionare sui diritti e le tutele dei lavoratori. Tutti, pure quelli autonomi visto che la Carta che hanno partorito è universale. Ma la parola universale è davvero grossa. Si fa presto a dire universale, poi vai a leggere e per i lavoratori autonomi cambia poco e niente, compresi i diritti in caso di malattia grave.....
Il testo della Carta CGIL è molto lungo e me lo sono sfogliato tutto alla ricerca di un pò di luce in fondo al tunnel dell'iniqua tutela della malattia propinata alle partite iva.
L'incipit è veramente promettente e ti riempie l'animo di speranza: "Nuovo statuto di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori".
Ma poi, niente da fare, l'unica cosa che ho trovato sulla malattia è a dir poco imbarazzante:
Art. 15 - Diritto a soluzioni ragionevoli in caso di disabilità oppure di malattia di lunga durata.
Tutti i lavoratori che, a causa di una disabilità o di una malattia di lunga durata, diagnosticata come curabile o incurabile, subiscano, in relazione all’esercizio della loro attività, una limitazione, risultante in particolare da menomazioni fisiche, mentali o psichiche, che, in interazione con barriere di diversa natura, possa ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione alla vita professionale su base di uguaglianza con gli altri lavoratori, hanno diritto a soluzioni ragionevoli, materiali e organizzative, compresa la modifica degli orari e, più in generale, dei tempi di lavoro, necessarie a consentire l’accesso al lavoro e lo svolgimento della prestazione lavorativa.
Tutti i lavoratori che, a causa di una disabilità o di una malattia di lunga durata, diagnosticata come curabile o incurabile, subiscano, in relazione all’esercizio della loro attività, una limitazione, risultante in particolare da menomazioni fisiche, mentali o psichiche, che, in interazione con barriere di diversa natura, possa ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione alla vita professionale su base di uguaglianza con gli altri lavoratori, hanno diritto a soluzioni ragionevoli, materiali e organizzative, compresa la modifica degli orari e, più in generale, dei tempi di lavoro, necessarie a consentire l’accesso al lavoro e lo svolgimento della prestazione lavorativa.
"Soluzioni ragionevoli"? "Riduzione degli orari di lavoro"? Ma di che stiamo parlando? Praticamente non si dice nulla e quel poco che si dice non ha alcun senso per un vero lavoratore autonomo.
Lasciamo perdere va.... diciamo che ci abbiamo provato come commenta Anna Soru Presidente di Acta Associazione dei Freelance nella sua lucida analisi della Carta o..... che abbiamo scherzato, commento io.
Nessun commento:
Posta un commento
Stai commentando come utente anonimo o con il tuo account Google. Consulta la Privacy Policy