lunedì 25 novembre 2019

Violenza contro le donne e cancro al seno: quanto siamo indietro...

Oggi è la Giornata Internazionale per l'eliminazione della Violenza contro le Donne, ottima occasione di riflessione... Da quando ho aperto il Blog Afrodite K iniziando ad impegnarmi socialmente sul tema cancro e lavoro e su quello del cancro al seno, ho conosciuto moltissime persone, virtualmente o direttamente. Tra loro, molte donne attiviste impegnate nel sociale all'interno di organizzazioni e associazioni che mi hanno offerto la loro solidarietà e il loro supporto. Sono a loro infinitamente grata. Si tratta, tuttavia, nella maggior parte dei casi di singoli gesti individuali. Se dovessi dire, però, che sento le istanze raccolte sotto il cappello "Oltre il nastro rosa" adeguatamente rappresentate dall'attivismo femminile italiano odierno, la risposta è negativa...

Siamo ancora davvero molto indietro rispetto all'estero dove esistono vere e proprie organizzazioni che da anni si mobilitano su questi temi. 
La rete organizzata delle donne italiane impegnate a difendere i diritti delle altre donne è molto focalizzata (giustamente, per carità) su temi come la sessualità, l'aborto, la violenza domestica, i femminicidi... 
Siamo ancora lontani qua in Italia dal capire che il cancro al seno nasconde (spesso in maniera sottile e insidiosa, altre volte in modi anche molto sfacciati e diretti) forme di violenza sulle donne che non devono essere accettate:
  • È violenza non informare le donne sulle reali statistiche relative al cancro al seno (leggi qui)
  • È violenza costruire e rinforzare il mito delle donne guerriere che lottano contro il cancro al seno e lo vincono. Perché non è la scarsità di lotta che porta 12.000 donne all'anno a morire di questa malattia (leggi qui)
  • È violenza ignorare le 35.000 donne con cancro al seno metastatico presenti in Italia (leggi qui)
  • È violenza utilizzare il ruolo femminile di consumatrici e acquirenti per fare business sul cancro al seno (leggi qui)
  • È violenza sfruttare il cancro al seno delle donne per fare "Pinkwashing" (leggi qui)
  • È violenza oggettificare e sessualizzare il cancro al seno (leggi qui)
  • È violenza non informare correttamente sulle complicanze della ricostruzione mammaria post-mastectomia negando i bisogni di alcune donne e giudicandole solo perché non si conformano al paradigma dominante del "tornare come prima" (leggi qui)
  • ...
Spero davvero che quanto prima inizi una mobilitazione massiccia delle attiviste italiane su questi temi perché il cancro al seno colpisce 1 donna su 8 e quindi si tratta di una vera e propria emergenza sociale.

Fino ad allora qua in Italia siamo in poche (ma in rapidissimo aumento!!) che individualmente e in rete tra di noi: informiamo, diffondiamo, creiamo iniziative, rompiamo le scatole a chi di dovere. Quasi tutte pazienti oncologiche, alcune con uno stadio molto avanzato della malattia. Ma zitte non abbiamo alcuna intenzione di starci.

1 commento:

  1. ricostruire il seno deve essere una libera scelta (e lo è) ma bisogna essere informati

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