Matrioska di AltNovesette |
Oggi è la Giornata Mondiale contro la Violenza alle Donne ed ovunque se ne parla.
Una delle caratteristiche della violenza è quella di avere innumerevoli facce, alcune molto visibili fatte di calci, pugni ed acidi, altre più insidiose, sottili, invisibili, addirittura socialmente accettate.
Una delle caratteristiche della violenza è quella di avere innumerevoli facce, alcune molto visibili fatte di calci, pugni ed acidi, altre più insidiose, sottili, invisibili, addirittura socialmente accettate.
Beh.... anche l'esperienza del cancro al seno può rappresentare una violenza per moltissime donne. Io ne so qualcosa e, prendendo spunto dal bellissimo post di Grazia De Michele (amica e compagna di battaglie passate e future), vi racconto cos'è per me la violenza di genere del cancro al seno.....
La serenità che adesso è entrata nella mia vita contaminandola di fiducia, amore e pace ha dovuto navigare in acque tempestose, insidiose e violente, piene di attacchi alla mia identità ed ai miei bisogni, acque torpide di umiliazioni e dolore sotto un cielo di indifferenza e manipolazione tinta di rosa.
Voglio che per tutte noi donne valga, in ogni giorno dell'anno, #NonUnaDiMeno! e che queste violenze finiscano:
La violenza di sguardi e mani bisturate che ti dicono loro come "dovrebbere essere" il tuo seno
La violenza di veder sbandierato ovunque lo slogan "personalizzazione delle cure" ma venir trattata come una statistica
La violenza del seno schiacciato in una pressa che chiamano mammografo, punturato da biopsie, tagliato, svuotato e ricucito, poi ritagliato di nuovo
La violenza di dover ascoltare la presentazione menzognera di alcune cure come acqua fresca solo perchè non sono la temutissima chemioterapia
La violenza di ritrovarsi il pettorale scollato con un espansore sotto che non sai nemmeno cos'è e che non hai chiesto
La violenza di essere attaccata e guardata come strana/anormale solo perchè non aderisco a quello che una donna dovrebbe pensare, dire e fare riguardo al cancro al seno
La violenza di vedere il mio compagno smaterializzarsi e partire per le vacanze mentre aspettavo i risultati della biopsia
La violenza del mantra "tornare come prima" (io non voglio tornare come prima, dopo il cancro al seno la mia vita è cambiata, voglio andare avanti e migliorarla la mia vita, non tornare indietro, idioti!)
La violenza dei lavori persi perchè mi sono beccata il cancro
La violenza di sapere che il mio seno di lavoratrice autonoma è di serie B rispetto a quello di una lavoratrice dipendente
La violenza di una malattia che è un'epidemia ormai considerata "normale"
La violenza di dover continuamente assistere al racconto del cancro al seno per quello che non è: rosa, da combattere come guerriere (perchè, già, dipende tutto da noi), quasi quasi pure figo
La violenza di continuare a vedere le donne morire di cancro al seno mentre ti sbandierano ovunque le statistiche sull'abbassamento della mortalità (che l'incidenza sia in continuo aumento soprattutto tra le giovani in fondo è irrilevante, no?)
La violenza delle bugie di chi dice che dal cancro al seno si guarisce sbattendosene della qualità della vita
La violenza di chi ha trasformato la mia malattia in un business per vendere prodotti su cui ha appiccicato un nastrino rosa
La violenza di continuare a sentir parlare di raccolte fondi per finanziare la ricerca (ma quale ricerca se le donne continuano ad ammalarsi a mazzi!! )
La violenza di vedere seni scolpiti e sani per pubblicizzare i prodotti su cui è stato appiccicato un nastrino rosa.
La violenza delle sostanze tossiche contenute nei prodotti su cui è stato appiccicato un nastrino rosa
La violenza di chi dice che il problema sono gli stili di vita
La violenza di chi sa che ogni anno in Italia circa 48 mila donne si ammalano di cancro al seno e 12 mila ne muoiono ma, pur avendone il potere, non fa niente per cambiare le cose.
Il principale fattore di rischio per lo sviluppo del cancro al seno è il genere.
La violenza di essere attaccata e guardata come strana/anormale solo perchè non aderisco a quello che una donna dovrebbe pensare, dire e fare riguardo al cancro al seno
La violenza di vedere il mio compagno smaterializzarsi e partire per le vacanze mentre aspettavo i risultati della biopsia
La violenza del mantra "tornare come prima" (io non voglio tornare come prima, dopo il cancro al seno la mia vita è cambiata, voglio andare avanti e migliorarla la mia vita, non tornare indietro, idioti!)
La violenza dei lavori persi perchè mi sono beccata il cancro
La violenza di sapere che il mio seno di lavoratrice autonoma è di serie B rispetto a quello di una lavoratrice dipendente
La violenza di una malattia che è un'epidemia ormai considerata "normale"
La violenza di dover continuamente assistere al racconto del cancro al seno per quello che non è: rosa, da combattere come guerriere (perchè, già, dipende tutto da noi), quasi quasi pure figo
La violenza di continuare a vedere le donne morire di cancro al seno mentre ti sbandierano ovunque le statistiche sull'abbassamento della mortalità (che l'incidenza sia in continuo aumento soprattutto tra le giovani in fondo è irrilevante, no?)
La violenza delle bugie di chi dice che dal cancro al seno si guarisce sbattendosene della qualità della vita
La violenza di chi ha trasformato la mia malattia in un business per vendere prodotti su cui ha appiccicato un nastrino rosa
La violenza di continuare a sentir parlare di raccolte fondi per finanziare la ricerca (ma quale ricerca se le donne continuano ad ammalarsi a mazzi!! )
La violenza di vedere seni scolpiti e sani per pubblicizzare i prodotti su cui è stato appiccicato un nastrino rosa.
La violenza delle sostanze tossiche contenute nei prodotti su cui è stato appiccicato un nastrino rosa
La violenza di chi dice che il problema sono gli stili di vita
La violenza di chi sa che ogni anno in Italia circa 48 mila donne si ammalano di cancro al seno e 12 mila ne muoiono ma, pur avendone il potere, non fa niente per cambiare le cose.
Il principale fattore di rischio per lo sviluppo del cancro al seno è il genere.
Le terapie con cui viene trattato ed i loro effetti collaterali, i problemi economici che porta nelle vite di chi ne è colpita e l'indifferenza di chi si sottrae al dovere di porre in essere misure atte a ridurne l'incidenza sono una delle molteplici forme di violenza sulle donne.
Che la manifestazione del 26 novembre a Roma sia anche contro tutto questo. #NonUnaDiMeno!
parlare solo di stile di vita in riferimento a qualsiasi tumore è sbagliato, parlare anche di stile di vita non lo è.
RispondiEliminai seni sani e scolpiti vanno benissimo nei giusti contesti ma in effetti mostrarli quando si vorrebbe sensibilizzare sul cancro al seno è errato