venerdì 26 luglio 2019

Rapporto All.Can 2018: sondaggio sui problemi dei pazienti oncologici


Nell'ultimo rapporto All.Can, un'alleanza sostenuta in 19 Paesi, tra cui il nostro, che si occupa di elaborare strategie a lungo termine per migliorare la vita dei pazienti oncologici, emergono dati piuttosto inquietanti. Ecco i dati che sono stati raccolti in un sondaggio che ha coinvolto circa 4000 pazienti affetti da diversi tipi di tumore in 10 paesi tra gennaio e novembre 2018.


Carenze nel supporto psicologico
Il 69% del campione, ha affermato di avere o di aver avuto bisogno di supporto psicologico durante o dopo le cure, ma oltre un terzo di loro (34%) ha dichiarato che questo supporto non era ‘disponibile’ (dato che in Italia è però al 25%), e che per altro quando lo è stato non è sempre è stato utile e adeguato. Non soltanto: due pazienti su cinque (41%) hanno detto di non aver ricevuto informazioni dagli operatori sanitari che li assistevano su eventuali gruppi di sostegno per pazienti od organizzazioni di volontariato in grado di sostenerli lungo il percorso della malattia.
Eppure "il supporto psicologico oggi è riconosciuto come una componente essenziale dell’approccio multidisciplinare al cancro” come ha dichiarato Matti Aapro, della Clinique de Genolier, centro svizzero specializzato nella cura delle malattie oncologiche, e membro del comitato direttivo di All.Can. “Sfortunatamente – ha però aggiunto Aapro -  nella pratica spesso non è così, ed è un gap importante, che va colmato”. Perché l’angoscia che accompagna chi soffre di cancro peggiora sensibilmente la qualità di vita, già compromessa dalla malattia, e rischia anche di avere un impatto sulla sopravvivenza, visto che i malati di cancro affetti da depressione avrebbero un rischio maggiore di mortalità del 39%, viene ricordato in una nota che accompagna l’uscita del documento

Ritardo nella diagnosi
Un quarto degli intervistati (26%) ha dichiarato che arrivare alla diagnosi è stata la fase più inefficiente del percorso di cura, e quasi un terzo (32%) che il suo tumore è stato inizialmente diagnosticato come qualcos'altro, una volta o più volte.

Mancanza di condivisione delle opzioni terapeutiche
Rispetto alla comunicazione tra medico e paziente e alla condivisione delle scelte, quasi la metà del campione (il 47%) non si è sentita sufficientemente coinvolta nella scelta delle opzioni di cura e il 39% ha riferito di non aver mai ricevuto, o solo qualche volta, un adeguato sostegno per affrontare sintomi ed effetti collaterali delle terapie.

Carenze nell'assistenza multidisciplinare integrata
Come già sottolineato, sette intervistati su dieci hanno affermato di aver bisogno di supporto psicologico durante o dopo la cura, ma un terzo (34%) ha dichiarato di non avere avuto la possibilità di accedervi. Ma assistenza multidisciplinare non significa solo servizio psicologico.  Quasi un quarto degli intervistati (il 24%) ha detto di non avere la possibilità di accedere ad altri professionisti, come il nutrizionista o il fisioterapista.

Tossicità finanziaria
Il 26% degli intervistati ha riportato una perdita di reddito da lavoro dovuta ai trattamenti del cancro. A questo proposito da uno studio italiano, pubblicato su Annals of Oncology a fine 2016 che misurava la qualità della vita di 3800 persone con tumore del polmone, della mammella o dell’ovaio, è emerso che circa un quarto dei malati (22%) vive un disagio economico legato alla malattia. Ora arriva anche lo studio europeo a confermare quello che ormai è chiaro: il cancro impoverisce.

Scarica il rapporto completo


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