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mercoledì 29 gennaio 2014

Stare vicino ad una donna operata al seno: sembra facile.....

Se hai un'amica, una collega, una parente che è inciampata in un cancro al seno (ma del resto vale anche per altre malattie gravi), l'affetto e la voglia di starle vicino potrebbero non bastare. Azzeccare le cose più sensate da dire o da fare non è facilissimo. Io mi sono messa spesso nei panni di chi mi circondava e, tenendo presente come percepivo il cancro al seno prima che toccasse a me, ho capito quanto sia complicato e che non c'avevo davvero capito nulla (nemmeno con una mamma che se ne è beccata 3). A meno che tu non abbia una sensibilità molto raffinata ed una capacità empatica allenatissima (in quel caso non c'è bisogno di ricette e prontuari, basta che ti sintonizzi e saprai sempre come è meglio muoversi), e sei invece un essere umano imperfetto e fallace, qualche dritta da chi una situazione così la vive sulla propria pelle, magari può renderti le cose più semplici.

Come stai?
E' la domanda che ti viene per prima ma tutto sommato è quella che presuppone la risposta più difficile per chi è ammalato. La risposta può variare moltissimo a seconda di quanto la donna voglia aprirsi o meno e questo, a sua volta, dipenderà da chi sei tu, da "come" glielo stai chiedendo (da quanta autentica voglia di saperlo davvero hai), da come gli gira in quel momento (magari ha avuto una giornata pesante, ha dormito male oppure ha appena visto uno sprazzo di luce in fondo al tunnel). La domanda è decisamente ambigua. Come stai in genere o come stai in questo preciso momento? Sul come stai in genere, che glielo chiedi a fare, stava meglio prima, t'assicuro. Qualsiasi regalo ed opportunità questo tumore le abbia portato, il prezzo da pagare è altissimo, quindi il come stai in generale ha una risposta scontata. Il come stai nello specifico, ha più senso anche perchè gli sbalzi d'umore e l'accavallarsi degli accadimenti è estremamente variabile. Io in questo momento mentre scrivo ho parecchi pensieri, mi dovrò operare per la terza volta e non c'ho davvero nessuna voglia, ma sto per andare al gruppo con le altre donne operate al seno e magari poi il mio umore cambierà. Capito, quindi? Un "Come va in questo momento?" forse è meglio.

Prima di aprir bocca e dargli fiato.......
La spontaneità va bene ma magari un rapido check a quello che hai sulla punta della lingua prima che ti esca dalla bocca, non fa male. Nel mio caso, se mi avessero evitato certe battute "Va bè, dai, tanto avevi le tette piccole" e "Meno male che un compagno non ce l'hai più", sarei stata più contenta.
Eviterei il classico e stra-abusato "Ti trovo davvero bene, sei un fiore!" Apparentemente potrebbe anche sembrarlo un fiore, ma di certo non ci si sente perchè ci sono mille pensieri e sensazioni corporee che non si vedono dall'esterno ma che non la fanno sentire tale. Se sta davvero così bene, fattelo dire da lei, non glielo appiccicare addosso, altrimenti sembra quasi una presa in giro.

Alcune cose davvero utili da dire
  • Ti va di stare sola o ti fa piacere parlare/avere un pò di compagnia? Sicura? Da lì in poi non insistere più ed eclissati (se ti va riproverai in un altro momento)
  • Dimmi cosa ti serve
  • Dimmi cosa ti devo portare
  • Dimmi cosa devo fare e io lo faccio
  • Per favore dimmi tu quando è meglio che me ne vada
  • Dimmi come posso aiutarti, cosa ti piacerebbe di più che facessi per te
  • Se hai voglia di raccontarmi quello che ti sta succedendo, chiamami
  • Io lo so che non lo riesco a capire davvero quanto è difficile tutto questo (questo lo metterei al primo posto perchè non lo dice praticamente nessuno ed è invece la cosa più sensata!!!)
Alcune cose utili da fare
  • Se la chiami al telefono non la tenere le ore lì a parlare, il suo livello d'energia, anche nel parlare, potrebbe farla stancare.
  • Telefonale prima di presentarti (le sorprese in questi casi è meglio evitarle, ci sono mille cose che deve fare e mille modi in cui si sentirà via via, fare un check prima le permetterà di scegliere cosa si sente di fare)
  • Portale qualcosa da mangiare di sano e gustoso (può essere stanca e non mettersi a cucinare, può avere cali anche consistenti di appetito oppure mettersi a mangiare la prima cosa che capita e quindi mangiar male). Occhio però che potrebbe avere un'alimentazione particolare, magari curativa e terapeutica (informati prima)
  • Sintonizzati sul suo stato d'animo (contenere gli eccessi di serietà se in quel momento lei sta più sù di tono oppure la tua chiassosità ed allegria se la vedi un pò depressa). Cercare di farle cambiare forzatamente stato d'animo magari non è una grande idea
  • Falla ridere di gusto, ne ha bisogno (senza strafare) 
  • I momenti peggiori non si esauriscono con i primi mesi. Apprezzerà molto chi le starà vicino anche quando tutti gli altri si saranno tranquillizzati e saranno spariti. Il cancro al seno può non arrivare ad essere una malattia mortale ma, negli effetti, è sicuramente una malattia cronica.
  • Non ti preoccupare solo delle sue tette. Fidati. Sentirà dolori ed avrà disagi a molte altre parti del corpo. Soprattutto se ha subito una mastectomia, l'intero schema corporeo deve riassestarsi e ci vuole un pò di tempo.
In linea di massima tieni conto che qualsiasi cosa tu sappia sul tumore al seno o qualsiasi cosa tu osservi in lei, la realtà è peggiore.


2 commenti:

  1. ciao, avevo scritto anche io una cosa simile sul mio blog..mi consola che non sono l'unica a vederla così :*

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  2. Già...io credo che anche nelle nostre differenze soggettive, avendo passato cose simili, su certi aspetti, ci sintonizziamo di conseguenza. Confrontandomi con altre donne operate spesso viene fuori la sensazione che gli altri, spesso per ignoranza ed ingenuità, non hanno la benchè minima idea di cosa ci sta succedendo e di quello che passiamo. Poverini vanno anche capiti. Io prima di ammalarmi ero esattamente come loro...

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