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mercoledì 15 aprile 2015

Vade retro guaritore (ma anche....medico) perchè la soluzione miracolosa al cancro non esiste!

Chiara Segré, biologa e dottore di ricerca in oncologia molecolare nonchè Supervisore Scientifico della Fondazione Umberto Veronesi, ha scritto un interessante articolo per aiutare i pazienti oncologici a riconoscere i ciarlatani che offrono soluzioni miracolose per la cura del cancro. Afrodite K consiglia di leggere questo articolo ma di farlo con lo stesso spirito con cui occorre difendersi da TUTTI i portatori di verità assolute. Quindi..... se devo diffidare di soluzioni miracolose e di certezze in tema di cancro è utile per me applicare questa strategia anche nei confronti di coloro che parlano dei ciarlatani stessi ossia della medicina cosiddetta "ufficiale". Giusto, no?


Come affermò Luigi Pirandello, «Il mondo non è per se stesso in nessuna realtà se non gliela diamo noi; e dunque, poiché gliel'abbiamo data noi, è naturale che ci spieghiamo che non possa essere diverso. Bisognerebbe diffidare di noi stessi, della realtà del mondo. Ma non è stato solo lui a sottolineare la relatività della conoscenza. La scienza stessa ha enunciato il Principio di Indeterminazione di Heisenberg per il quale la realtà è intrinsecamente indeterminata e soltanto l'interazione con il sistema di misura fa sì che essa si "determini", acquistando caratteristiche ben definite. L'occhio dell'osservatore ed i criteri da esso utilizzati influenzano quindi la realtà in modo determinante. Tutti gli occhi, anche quelli cosiddetti "scientifici". L'articolo che ho letto mi conferma quindi quanto sia importante evitare la passività in quanto pazienti e che serva utilizzare SEMPRE la propria testa (nella consapevolezza di quanto sia limitata). Usarla con tutti, però, proprio con tutti, medici "ufficiali" e non.

Fatta questa premessa, ecco l'articolo della dott.ssa Segrè intitolato "Identikit di un ciarlatano" che vi ripropongo nel testo ma aggiungendo i miei commenti:

Che si tratti di un rimedio miracoloso contro una malattia incurabile o della dieta perfetta che garantisce al 100% di non ammalarsi mai, i ciarlatani e gli impostori in ambito scientifico, soprattutto quando si parla di salute, non mancano mai. Per fortuna, non è così difficile riconoscerli (ed evitarli); il loro “successo”, infatti, si basa su poche ma tipiche caratteristiche comuni.
Introduzione assolutamente condivisibile. Magari sulla facilità del riconoscimento non sarei altrettanto sicura. Bastasse un semplice decalogo...., la realtà è più complessa.
Il ciarlatano infatti:
È un eroe che combatte contro il sistema. Questo è il tratto più caratteristico. Si sa, l’eroe romantico che lotta da solo contro un malefico Potere Superiore ha sicuramente il suo fascino (i libri e i film più famosi sono basati proprio su questa semplice trama di base), soprattutto in un momento di sfiducia generale contro le Istituzioni. Certo, non sempre chi canta fuori dal coro è un impostore, ma le probabilità che lo siano sono molto alte, diciamo il 99%. Spesso il ciarlatano non ha uno straccio di pubblicazioni scientifiche a sostegno. Combatte il sistema della “scienza istituzionalizzata” perché da esso non ha avuto riconoscimenti e nella maggior parte dei casi non lo ha avuto perché non è riuscito a portare delle prove convincenti della validità delle proprie ricerche. In realtà, il sistema ha fatto quello per cui esiste: ha filtrato ciò che è conoscenza scientifica da ciò che non lo è. 
Analisi parecchio sbrigativa e superficiale direi. Addirittura il 99% delle voci fuori dal coro provengono da ciarlatani? Ma la maggior parte delle scoperte attualmente scientifiche, prima di diventar tali, non erano voci fuori dal coro? La lotta di alcuni, ma solo di alcuni, altri si limitano a cercare di portare avanti sperimentazioni e prassi, non è tanto verso il "malefico potere superiore" quanto nei confronti di un concreto e realisto intreccio di interessi che chiunque può appurare: le cure sul cancro sono un gigantesco business. Questo non significa che il singolo medico sia in malafede ma semplicemente che è immerso in un sistema (da cui trae i suoi protocolli, non è che si inventa cose lui) composto da interessi che vanno molto al di là della salute delle persone.
E questo ci porta direttamente al secondo tratto distintivo.  Fino al giorno prima, era completamente sconosciuto ai “colleghi” scienziati o aveva una pessima fama. Come sopra, le eccezioni ci possono essere ma sono estremamente rare. Non si è quasi mai nel torto quando ci si domanda: «Se nel settore, presso persone competenti in grado di valutare il lavoro, aveva una pessima fama, magari è un cattivo scienziato?» e la risposta è quasi sempre «Sì». Non basta avere una laurea in Medicina o in Biologia per essere dei buoni scienziati (per non parlare di sedicenti “guru” della medicina che non hanno nemmeno una laurea scientifica, ma in tutt’altre discipline). Si può conoscere a menadito la teoria ed essersi laureati col massimo dei voti, ma ciò che fa uno scienziato è il “lavoro sul campo”, cioè la ricerca. Come si fa quindi a valutare la “bontà” della carriera scientifica di un ricercatore? Lo strumento a disposizione, per quanto sicuramente non perfetto e non esaustivo, è la qualità e il numero di pubblicazioni scientifiche. Per pubblicare uno studio, infatti, è necessario sottomettere il proprio lavoro al giudizio dei propri pari, ovvero altri scienziati competenti in materia. Più uno scienziato ha pubblicato su riviste importanti e più i suoi lavori sono tenuti in buona considerazione dalla comunità scientifica,  più è “ragionevole” pensare che sappia il fatto suo. Ma -qualcuno potrebbe obiettare- non è forse vero che le più grandi rivoluzioni della scienza sono state fatte da chi “remava contro corrente”? È vero, ma avere un’intuizione rivoluzionaria non basta, bisogna anche avere le prove scientifiche. Ne ho parlato diffusamente qui: tutti i più grandi rivoluzionari sono stati anche i più fieri sostenitori del “metodo scientifico”, cosa che quasi mai è applicato da un ciarlatano, per il semplice motivo che la sua tesi non reggerebbe la prova sperimentale rigorosa. Possiamo aggiungere quindi un corollario al punto 2: un impostore non fornisce mai prove e dati riproducibili a sostegno delle proprie tesi, ma spesso riporta storie personali e testimonianze di singoli pazienti (e mai, guarda caso, riportando casi “contro” la propria teoria). Non voglio certo mettere in dubbio la buona fede dei pazienti che affermano (e pensano) di essere guariti dal tumore dopo aver bevuto succo di limone e peperoncino, ma la vera scienza è un’altra; non si fa con i racconti dei singoli, ma col rigore sperimentale di studi in cui vengono controllate le variabili e i parametri.  Tutti abbiamo uno zio che fumava quattro pacchetti al giorno ed è campato fino a cent’anni, ma ciò non significa che fumare allunghi la vita.
Vero, verissimo peccato che non ci sia l'interesse a studiare "scientificamente" numerosi fenomeni di guarigione cercando di capire come sono avvenuti. Tanti o pochi che siano, magari là dentro, in qualcuno di quei casi, ci stanno grandi scoperte, perchè la scienza non se ne interessa realmente?.
Offre una cura o un rimedio miracoloso. Le soluzioni troppo semplici in medicina sono quasi sempre sbagliate. Questo è tanto più vero quanto più si pretende di “curare” le malattie complesse, come i tumori o le malattie cardiovascolari. Si tratta di patologie “multifattoriali”, le cui cause sono talmente complesse e interconnesse che non occorre essere un medico per intuire che la cura non può essere un unico principio attivo, ma una combinazione di farmaci e approcci terapeutici diversi. La medicina tradizionale non è infallibile, e l’impostore sfrutta proprio questo limite, ma quello che fa è in realtà vendere false speranze a persone disperate, che non hanno più niente da perdere.
Questo principio è da applicare a tutti, anche ai medici super-accreditati. Come becco qualcuno, chiunque sia, troppo sicuro di sè, per definizione, dubito immediatamente di ciò che mi sta dicendo......perchè con il cancro, ma del resto con la vita, verità assolute non esistono, nè nelle cause, nè nelle terapie.
È ossessionato dalla visibilità mediatica. Che sia attraverso la pubblicazione di un best seller, un blog su internet o interviste e partecipazione a programmi TV, il ciarlatano non è mai sazio di visibilità mediatica, perché è l’unico modo con cui può far parlare di sé e raccogliere consensi in una parte dell’opinione pubblica. 
I canali scelti sono quelli possibili. Internet ed i social network sono forse gli unici strumenti, oltre il passaparola, utilizzabili da chi non ha santi in paradiso o budget da investire. Credo che la tendenza a ricercare la visibilità mediatica sia spiegabile con la necessità di farsi conoscere dai pazienti più che dalla comunità scientifica. Si tratta di un approccio molto diverso da quello utilizzato dalla medicina ufficiale che deve farsi riconoscere dai canali ufficiali prestabiliti e codificati.
Vende i propri rimedi a caro prezzo. Benché si presenti spesso come un “benefattore dell’umanità”, se si scava un pochino si scopre che il suo tariffario per le “prestazioni” è paragonabile a quello di un commerciante di diamanti. Ed è curioso, se pensiamo che è lui stesso, spalleggiato spesso dai suoi sostenitori, ad accusare la comunità scientifica di essere “venduta al sistema” o pagati da chissà quale industria o istituzione, ovviamente senza mai averne la minima prova. 
Questa proprio no, esistono terapie che costano pochissimo, alcune, praticamente nulla. Sì può criticarle o meno in quanto terapie ma accusarle di business è azzardato. Diciamo che il sistema della medicina naturale (alimentazione biologica) dopo essersi enormemente diffuso, rappresenta anch'esso un business dal quale però è molto più facile sottrarsi con alcuni espedienti (per esempio l'autoproduzione nel caso dell'alimentazione).
È un abile comunicatore e conoscitore della psicologia umana. Sa benissimo che strategie utilizzare per “fare presa” sul pubblico. Sa quali espedienti comunicativi sfruttare per aprire breccia nelle naturali preoccupazioni di ognuno di noi quando si tratta di salute e medicina. Punta alla “pancia” delle persone, raccontando storie di disperazione e malattia, a cui nessuno può restare indifferente.
Vogliamo parlare di come comunicano certi medici e di come vengono presentate certe terapie premendo il tasto della paura (della serie "Se non fai così muori stecchito oppure rischi recidive e nuovi tumori"). Ognuno, nella propria comunicazione, se è in buona fede e vuole realmente aiutare l'altro, utilizzerà le motivazioni e le spiegazioni che fanno più presa personalizzandole sui singoli. Sono i principi di base della comunicazione. Niente di nuovo all'orizzonte, quindi.
Guarda caso, nessun impostore pretende mai di curare piccoli malanni, ma sempre malattie devastanti come il cancro. Chi mai infatti si interesserebbe, anche mediaticamente, a una nuova cura naturale ed economicissima contro i calli dei piedi, quando si può avere molto più seguito “promuovendo” la cura risolutiva contro il tumore? 
Falsissimo, le terapie naturali vengono applicate da moltissimo tempo allo stile di vita in generale ed anche ai piccoli malesseri.
Leggendo questo breve “identikit del ciarlatano”, vi sono forse venuti in mente personaggi particolari, venuti alla ribalta delle cronache in tempi passati e recenti?
Sì, certo, mi vengono in mente un sacco di persone. Politici, personaggi famosi come anche guaritori e medici ed ho la conferma che più che decaloghi utilizzerò il buon senso e la mia testa. Male che vada, avrò sbagliato io e la responsabilità sarà mia.

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