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mercoledì 18 febbraio 2015

I risultati della ricerca di Europa Donna sulle lavoratrici dipendenti colpite dal cancro al seno

Vi ricordate la ricerca organizzata da Europa Donna con il supporto di EuroMedia Research che Afrodite K aveva contributo a diffondere anche se dedicata esclusivamente alle lavoratrici dipendenti? Beh, dopo quasi 1 anno, sono pronti i risultati e per le lavoratrici autonome questa è una buona notizia. Primo, perchè così abbiamo dei dati per un termine di paragone. Secondo, perchè adesso Europa Donna può finalmente mantenere la promessa di lanciare una nuova indagine dedicata alle donne con partita iva che si sono beccate un tumore al seno.

Europa Donna pubblica i dati di una ricerca realizzata grazie al contributo di Euromedia Research dalla quale emerge una realtà caratterizzata da molte criticità. Si tratta di un'indagine qualitativa svolta attraverso interviste one-to-one a 122 donne, lavoratrici, molte non ancora ufficialmente guarite, per delineare un quadro chiaro del loro rientro in azienda.
L’81,4% delle intervistate testimonia di aver vissuto una profonda interferenza della malattia nell’attività lavorativa (non osiamo immaginare la percentuale che uscirebbe fuori dalle lavoratrici autonome). Il 53,8% ammette di aver incontrato difficoltà e problemi nella ripresa della propria attività lavorativa dopo la malattia (idem). I risultati mettono in luce un sistema di tutele purtroppo ancora irrigidito dalla burocrazia. Il 23,8% (oltre una su 5) delle intervistate dichiara di aver riscontrato, nel ritorno al lavoro, problemi o penalizzazioni nell’applicazione della normativa creata per la tutela della lavoratrice oncologica (le lavoratrici autonome la normativa non ce l'hanno proprio e si devono arrangiare nell'assenza totale, o quasi, di norme adatte a loro).

Si evidenziano 3 ordini di problemi nella normativa vigente:
  • Problemi strutturali (frammentarietà del corpus normativo, tutele parziali e non certe che spesso si dissolvono nella demarcazione troppo confusa tra i diritti della lavoratrice e le facoltà dell’azienda).
  • Problemi legati a informazioni carenti e spesso inaccessibili: le donne al rientro al lavoro devono trovare un ambiente in grado di fornire indicazioni chiare sul proprio percorso di reintegro sul piano delle proprie mansioni, come sostiene il juslavorista Avv. Gabriele Fava, che ha prodotto il quadro normativo di riferimento.
  • Problemi connessi alla rigidità nella gestione dei tempi di cura.
Per approfondire puoi scaricare i risultati della ricerca.   

"Oggi che il lavoro è chiave per dare slancio alla nostra economia - aggiunge Rosanna D'Antona Presidente di Europa Donna – è doveroso che si adattino i contratti di un esercito di più di 500.000 donne che lavorano anche dopo la malattia, e che potrebbero farlo ancora meglio se l’impresa pubblica e privata si occupasse di questo tema ".

Questo è il motivo per cui Europa Donna Italia ha stilato un elenco di proposte di intervento  alle Istituzioni per facilitare il percorso di queste donne in azienda e in famiglia (come professioniste, lavoratrici, madri, mogli, figlie e comunque, sempre DONNE) sulle quali lavorerà nei prossimi mesi perché diventino presto realtà. 

Ringraziamo Europa Donna per questa iniziativa perchè i dati sono la base di qualsiasi battaglia, ecco perchè le lavoratrici autonome aspettano con ansia di iniziare ad esistere anche attraverso numeri e percentuali.
Intanto, in mancanza di meglio proseguiamo con la Petizione "Diritti ed assistenza per i lavoratori autonomi che si ammalano".


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