Quando mi chiedono se sono guarita (dopo soli 9 mesi), mi ci scappa da ridere. E che ne so io! Quando sarò finita sottoterra per qualcos'altro, la mia anima tornerà e dirà a tutti "Gente, avete visto, ero guarita dal cancro!". Il tumore è così, ha delle logiche e dei tempi che non ci sono familiari e che non lo sono sicuramente a chi il cancro non lo ha mai incontrato. Basta averci avuto a che fare, direttamente o indirettamente (con amici e parenti) e la situazione già ti è più chiara.
Il cancro è una roba multifattoriale, poliedrica, complessa, sfuggente. Scappi e lui si nasconde, ti metti l'animo in pace e fai la bandalzosa e quello può riaffacciarsi e dirti "C'avevi creduto, eh?".
Il cancro al seno nello specifico è
uno dei tumori più curabili, anche perché è uno dei più studiati, ma
purtroppo a differenza di altri, può recidivare dopo 2, 5, 10, o anche 20 anni. Mia madre, 3 tumori diversi nello stesso seno, l'ultimo dopo 16 anni e dopo una mastectomia. E non è un caso raro.
Quindi?
Quindi inutile chiedermi se sono guarita, perchè non ne ho la più pallida idea e nemmeno le mie chirurghe, l'oncologa, il mio medico generico, la psiconcologa e nemmeno l'intero esercito dei maggiori specialisti nazionali ed internazionali dell'oncologia più avanzata.
Meglio chiedermi come sto che a quello posso rispondere, è una domanda più facile.
Bene sto. Per certi versi, mai stata meglio.
Il motivo?
Molto semplice. Convivere con la consapevolezza serena (quella che non ti paralizza, ti fa comunque dormire la notte, ti fa ridere e scherzare come tutti) che sei di passaggio, che il passaggio non sai quanto dura e che la cosa più importante non è tanto quanto camperai ma come lo farai, mi ha cambiato la vita.
La questione della guarigione a questo punto diventa quasi uno sfondo. La figura in primo piano è per me monitorare costantemente come sto vivendo la vita adesso, se ci sto dentro, se ci sono in ciò che scelgo ed in ciò che faccio. Se frequento le persone che mi piacciono o che comunque mi arricchiscono la vita. Se realizzo quei sogni nel cassetto che erano lì ad aspettare chissà che mentre adesso non lo so quanto tempo avrò quindi mi sono data una svegliata (per esempio dopo anni mi sono decisa finalmente a prendere quella tanto desiderata pianta di limoni che ho appunto chiamato Desirè in onore di tutti i sogni che non devono stare lì ad aspettare inutilmente). Se lotto contro le ingiustizie (non contro il cancro).
Questo non vuol dire che mi sono trasformata in una beota che con serafica rassegnazione aspetta l'ora della sua dipartita volendo bene a tutti ed offrendo bacini ed abbracci buddhici in ogni dove.
Quando serve, punto i piedi e mi mobilito come nella battaglia che sto portando avanti per i diritti dei lavoratori autonomi che si ammalano.
Ma per il resto vado avanti (e vi assicurò che nonostante sembri una contraddizione in realtà è possibilissimo) come se fossi guarita e anche come se non lo fossi.
PS Comunque il mio mico Maypo non me lo chiede più se sono guarita. Non c'è niente da fare, gli animali sono oltre....
PS Comunque il mio mico Maypo non me lo chiede più se sono guarita. Non c'è niente da fare, gli animali sono oltre....
Bellissima nota, mi ha commosso.
RispondiElimina"Convivere con la consapevolezza serena (quella che non ti paralizza, ti fa comunque dormire la notte, ti fa ridere e scherzare come tutti) che sei di passaggio, che il passaggio non sai quanto dura e che la cosa più importante non è tanto quanto camperai ma come lo farai"...Questo è proprio il senso della vita, vivere fruttuosamente il tempo che ci è concesso. Brava!
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