Ecco un interessantissimo articolo di Anna Soru, presidente di ACTA Associazione Consulenti del Terziario Avanzato sulla mia disobbedienza fiscale nei contronti dell'Inps:
L’INPS non ammette deroghe: non puoi rinviare il versamento dell’anticipo dei contributi neppure se sei malato e addirittura neppure in caso di decesso.
Questa norma nasce per il lavoro dipendente: anche nel caso di malattia dell’imprenditore i dipendenti non devono restare senza contribuzione.
Una misura quindi a tutela dei dipendenti, o meglio a tutela della stessa INPS, perché, se il datore di lavoro non paga, l’INPS risponde per i contributi non versati.
Ma nel caso di un freelance, come Daniela:
- Chi versa i contributi è la stessa persona che poi riceverà la (magra) pensione;
- Se i contributi non vengono versati, l’INPS non ne risponderà.
Quindi che senso ha una norma di questo tipo?
È solo un modo per riaffermare e ricordarci (casomai l’avessimo dimenticato) che paghiamo i contributi non per assicurarci una futura (magra) pensione, ma per sostenere il bilancio dell’INPS.
E la gestione separata contribuisce in maniera rilevante a questo scopo.
In definitiva anche con questa misura l’INPS tutela se stessa. A spese di noi tutti.
Non proprio in linea con quanto riportato nel Bilancio Sociale, nel paragrafo in cui si definisce il ruolo e l’identità dell’INPS: La sua mission è quella di garantire servizi e protezione sotto il profilo sociale e previdenziale al mondo del lavoro (lavoratori e imprese), sostenere l’occupazione e la legalità del lavoro, integrare il reddito delle famiglie disagiate, fornire indennità nei casi di malattia e nella maternità, garantire un reddito alle fasce più deboli della popolazione quali gli anziani privi di reddito e le persone con disabilità
Cara Daniela,
RispondiEliminagrazie per la tua forza e tenacia nell'affrontare la malattia e l'ingiustizia di questo paese.
Ecco la fine che fanno i contributi degli autonomi (che stanno depredando) così come quelli per cassa malattie, maternità e disoccupazione ...
Penso che il tempo delle letterine al Senato ed alla Camera sia da ritenersi CHIUSO, basta sperare che qualcuno pensi in termini di giustizia. Coltivano tutti le proprie cliente. Noi autonomi, anche io partita IVA gestione separata, non essendo sindacalizzati ed uniti non abbiamo rappresentanza. Visto il tuo impegno e seguito, troviamo il modo di fare qualcosa di concreto, coinvolgendo l'ACTA e qualsiasi altro aggregatore che ci permetta di superare l'individualismo cosmico di NOI consulenti.
Un iniziativa di sicura efficacia, che ti propongo, sarebbe la SOSPENSIONE dei versamenti INPS, coordinata e programmata, da parte di un numero significativo (0.5/1 milione) di P.IVA con relativa richiesta di condizioni specifiche per la ripresa dei versamenti in base a criteri di equità rispetto ai diritti di altri lavoratori.
Con simpatia, Stefano
“Un buco patrimoniale di quasi 250 miliardi di euro coperto a fatica solo da due fondi: i lavoratori parasubordinati, in attivo di 96 miliardi, e le prestazioni temporanee dei lavoratori dipendenti (quindi contributi per malattie, maternità, disoccupazione), in attivo di 179 miliardi. "Questi due fondi - commenta Patta - sono la cassaforte, la banca che ha permesso di portare a "soli" -4,5 miliardi di euro il passivo del patrimonio Inps. Ma ciò significa che diverse decine di miliardi versati dai lavoratori per il sostegno al reddito, alla malattia e alla disoccupazione vengono in realtà utilizzati per sanare il buco degli altri fondi previdenziali". Questa è la solidarietà al contrario del sistema pensionistico italiano: i nuovi poveri (collaboratori a progetto e partite Iva) pagano le pensioni ai vecchi ricchi (lavoratori dipendenti), ultimi sopravvissuti di una stabilità lavorativa che non esiste più."
http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2014/02/04/news/pensioni_in_rosso-77656551/
Ciao Daniela, Susanna Botta di ACTA (se ho capito bene) ha appena parlato di te a radio tre, Farenheit, proprio sul tema INPS e previdenza.
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